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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Niente politica al Da Ponte, "L'ha detto De Poli"

Da Re precisa che "non è stato negato nulla al Pd, esiste un regolamento"

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Niente politica al Da Ponte,

VITTORIO VENETO - Non è stato il sindaco a dirlo, ma Dino De Poli, presidente di Fondazione Cassamarca, che nella stipula della convenzione con il Comune di Vittorio Veneto ha messo in chiaro le cose: "Il Teatro Da Ponte non è fatto per la politica".

 

Dopo la polemica scaturita in seguito al diniego della giunta alla richiesta di utilizzo del teatro da parte del candidato sindaco del Pd Roberto Tonon, Da Re ha precisato che non si tratta di una decisione "di parte". “A scanso di equivoci e perché le polemiche non diventino solo strumentali - ha sentenziato il primo cittadino - mi corre l’obbligo di chiarire la questione della concessione o meno del Teatro Da Ponte. La recente convenzione siglata con l’on. De Poli ha un incipit chiarissimo, riportato anche nel sito del Comune alla voce Teatro Da Ponte: “ Il complesso del teatro è destinato alla realizzazione di spettacoli (dalla musica alla prosa, all'operetta, alla lirica, alla danza, ecc.) di convegni, di concorsi musicali e di ogni altra iniziativa che abbia elevato valore culturale, artistico, sociale, politico istituzionale e di promozione del nome e dell'immagine del Comune di Vittorio Veneto e della Fondazione Cassamarca”.

 

Da Re trae le consuenze. "Non è stato negato nulla al Pd - sottolinea il sindaco - ma esiste un regolamento, e come da accordi che sono stati stabiliti con l’On. De Poli e Fondazione Cassamarca proprietaria del Da Ponte, il teatro può essere usato solo per attività sociali,  culturali e istituzionali. Per chi fa del rispetto delle regole un punto fermo di democrazia dovrebbe essere altrettanto chiaro. Per scopi politici o elettorali pertanto nessuno, e di nessuna provenienza, utilizzerà il Da Ponte.”

 

Ma Tonon e la sua squadra, al Da Ponte, ci vogliono stare. Hanno già invitato il vicesindaco di Treviso, Roberto Grigoletto, e non sono disposti a cambiare location per il dibattito in programma per domani sera, martedì primo aprile. E se davvero troveranno le porte chiuse, rimarranno all'aperto. A teatro, non si può parlare di politica, ma in piazza c'è la libertà di parola, e di argomento.

 


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