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29 marzo 2024

Treviso

"Nella Marca quasi il 90% dei medici sono obiettori", la Cgil difende la legge194 sull'aborto

"Rischiamo di fare un salto indietro di 40 anni", da oggi scatta la campagna del sindacato: “Diritto all’aborto, scelta di donna e dovere dello Stato”

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO - All’ospedale di Treviso 18 medici su 21 sono obiettori di coscienza. A Castelfranco addirittura 9 su 10. Una media superiore a quella regionale, dove si dichiarano anti-abortisti l’80% degli anestesisti e il 10% degli infermieri.

A lanciare l’allarme è la Cgil di Treviso, che evidenza come il percorso per l’interruzione volontaria di gravidanza per la donna, sancito dalla legge 194, sia oggi sempre più difficoltoso. “Un diritto, sancito dalla legge, spesso negato o comunque difficile da far concretizzare”- sottolinea la Cgil che si dice preoccupata anche per il clima culturale, concretizzato, ad esempio, nelle mozioni “pro vita” approvate dal consiglio comunale di Verona o proposte a Roma.

Nel 2017, 833 donne sono ricorse all’aborto volontario, 923 nel 2016. “Di questi casi - spiega Sara Pasqualin della segreteria confederale della Cgil Treviso con delega alle pari opportunità - solo 135 hanno fatto ricorso all’aborto farmacologico, mentre di 687 casi (dati Istat) non sono resi noti i tempi entro i quali la donna si è rivolta al centro ed è poi stato programmato l’intervento di interruzione”. “Questo dato evidenzia come i tempi di attesa per la donna si allunghino quando c’è un solo medico disposto ad effettuare questo tipo di intervento, con relative sofferenze anche psicologiche per la donna. Dall’altro l’alto temiamo che molti ginecologi, anestesisti o infermieri, scelgano di diventare obiettori, più che per convinzione contro l’aborto, lo facciano perché, proprio a causa del numero ridotto, sia poi costretti a praticare solo questo tipo di interventi”.

Per difendere il diritto e la scelta delle donne, la Cgil di Treviso ha lanciato una campagna in difesa della la legge 194, a quarant’anni dalla sua entrata in vigore. “Diritto all’aborto, scelta di donna e dovere dello Stato”, lo slogan della campagna di comunicazione che raffigura l’immagine della Naiade di Antonio Canova, che sarà presente su manifesti, media locali e due camion vela che dureranno per i comuni della Marca.

“Spero che questa campagna urti la sensibilità di molti – sottolinea il segretario generale della Cgil, Giacomo Vendrame -, perché l’unica sensibilità che dobbiamo tutelare, in questo caso, è quella delle donne”.

 


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Isabella Loschi

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