MONTEBELLUNA – Quale futuro per la necropoli e l’opificio romano di Posmon? Potrebbe diventare un giardino pubblico in cui viene spiegata la storia dei luoghi. Lo sottolinea il sindaco Marzio Favero rispondendo ad una lettera Dimitri Prestifilippo Colombrino a nome del Movimento 5 Stelle di Montebelluna.

«Un primo progetto, elaborato anni or sono dall’arch. Bernardi, solo per la messa in protezione dei lacerti dei muri dell’opificio romano di Posmon si aggirava su una cifra che andava oltre il milione di euro – spiega il primo cittadino -. Su questo tema mi sono confrontato proprio i giorni scorsi con il nostro nuovo funzionario di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, la dr.ssa Giovanna Gangemi.

Si è convenuto che l’ipotesi di realizzare un villino sopra i resti dei muri di fondazione dell’edificio non sia percorribile né consigliabile. Piuttosto, si è convenuto sull’opportunità, nel frattempo, di ricorrere al miglior metodo per la conservazione dei resti al termine delle campagne di studio, cioè la restituzione alla terra, che è il miglior elemento di protezione per i resti stessi, in attesa che tempi migliori consentano di aver le risorse necessarie per un progetto significativo di recupero e fruizione.

Crediamo sia la scelta migliore, la stessa che è stata adottata in molti altri luoghi. Si avrà un giardino pubblico, facilmente manutentabile e attrezzato con dei pannelli che spieghino il valore del sito medesimo».

Una scelta obbligata viste le ristrettezze economiche del Comune di Montebelluna.

«Questo è quanto, oggi, è razionalmente possibile fare con buona pace di chi, a livello nazionale, continua a pensare, dispensando lezioni morali non richieste, che gli enti locali, a cui il Governo ha svuotato le casse, possano sostituirsi allo Stato anche in materie che sono di competenza dello stesso qual è l’archeologia – chiude -. Ben venga se arriveranno soldi dall’Europa. Noi nel frattempo teniamo monitorati i bandi finanziati con risorse europee che vengono periodicamente emanati dalla Regione Veneto».