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05 ottobre 2024

Treviso

Necessario tornare a scuola, gli adolescenti hanno bisogno degli altri per la loro identità

La psicoterapeuta Lucia Tamai: "Ansia, depressione e tanta rabbia. Anche gesti di autolesionismo"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Necessario tornare a scuola, gli adolescenti hanno bisogno degli altri per la loro identità

TREVISO - Questione di salute. Non del corpo soltanto. Anche della mente. Per il rientro a scuola e la didattica in presenza si è dovuto fare i conti e con l’una (la protezione dal contagio) e con l’altra (il disagio dell’isolamento sociale). Con effetti deleteri, in entrambi i casi, per i nostri studenti delle superiori. In questi lunghi mesi la dottoressa Lucia Tamai, psicologa e psicoterapeuta, di ragazzi ne ha “visti” parecchi.

Che cosa ha riscontrato?

Un gran malessere: o una preoccupante apatia, per cui non si provano emozioni, si vivono i giorni senza sperimentare momenti di piacere e felicità, rassegnati a giorni e settimane sempre uguali...

Oppure?

Una grande rabbia e una irrequietezza verso tutti e tutto. Questo può portare a sintomi depressivi e ansiosi, a volte anche gravi come l’autolesionismo.

E tutto ciò per il fatto di non poter venire a scuola?

Per la mancanza o per la scarsità di didattica in presenza e per l 'isolamento generale a cui sono costretti, gli adolescenti sperimentano molta sofferenza; diversi i motivi legati alle caratteristiche psicologiche proprie di questa età.

Che ha bisogno fondamentalmente di socializzazione...

La necessità della vita di gruppo è venuta meno: hanno bisogno dei pari per un sostegno e un incoraggiamento nel momento in cui sperimentano la costruzione della loro identità. Ciò passa attraverso il distacco e la differenziazione dai loro genitori che fino ad allora sono stati il punto di riferimento. Ecco perché hanno bisogno dell'approvazione dei loro coetanei per darsi valore e sicurezza.

Stare chiusi in camere per buona parte del giorno ha compromesso questo processo?

Gli adolescenti hanno bisogno di novità, di esplorazione creativa che permetta loro di guardare al mondo con uno sguardo nuovo, imparando a trovare soluzioni nuove e appassionandosi alla vita. Tutto questo chiusi nelle loro camere e davanti al pc tutto il giorno risulta praticamente impossibile.

Degli adulti non sentono invece il bisogno?

Anzi, cercano adulti di riferimento altri rispetto ai genitori: i professori, gli allenatori; figure che possano aiutarli e guidarli senza farli sentire dipendenti o ancora bambini . Tutto questo da un anno non esiste più e noi adulti dobbiamo capire che un anno per un ragazzo che ne ha 14/18 di vita è tantissimo!

Che cosa si può fare per aiutarli?

E’ importantissimo dire loro, sinceramente, che capiamo il disagio e il sacrificio che è stato chiesto a tutti loro. Farli sentire capiti e accolti. Tenere aperti con loro tutti i canali di comunicazione; prestare attenzione non tanto al modo in cui ci dicono le cose, ma a quale bisogno stanno esprimendo comportandosi o facendo certe affermazioni.

Servono regole?

È importante continuare a dare loro regole ma trovare modi, dentro casa, in cui loro possano esprimersi con le loro passioni e creatività.Oggi più che mai hanno bisogno di sentire che li apprezziamo e che siamo pronti a collaborare.

 


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