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28 marzo 2024

Treviso

Il Natale in lockdown può portare rabbia, ansia e tristezza

Raccomanda la psicoterapeuta Lucia Tamai: "Proviamo a fare tesoro di quanto c'é di positivo in questa situazione così particolare"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Natale

TREVISO - Il premier Conte dice di temere per le ricadute della zona rossa sul piano psicologico. Dopo aver promesso e ripromesso il “Natale con i tuoi”, si è dovuto arrendere alla evidenza dell’Rt, dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. Il lockdown natalizio è pronto per essere servito: si tratta solo di stabilire se per le feste di precetto o per tutte le vacanze, che sono sempre lo “stacco” da tutti agognato. Saltarlo a piè pari può davvero ingenerare conseguenze sul piano psicologico? La dottoressa Lucia Tamai è una psicologa e psicoterapeuta: “Le restrizioni che ci vengono chieste per queste festività hanno un impatto psicologico molto forte per più motivi, ma due in particolare credo siano significativi”.

E sarebbero?

E’ l'ennesima rinuncia che viene richiesta e in un momento dell'anno che solitamente è visto proprio come l'opposto della privazione. Secondo: vengono colpite le relazioni familiari più significative che rappresentano sicurezza e sostegno per le persone, proprio ciò di cui ci sarebbe necessità in questo momento più che mai.

Quali possono essere le reazioni? Quelle che a questo punto paventa pure il Premier

Possono andare dalla frustrazione alla rabbia, dal senso di impotenza e precarietà all'ansia e alla tristezza.

Quindi le ricadute ci saranno?

La ricaduta psicologica dei provvedimenti presi c'è già stata, c'è, e temo ci sarà ancora per moltissimo tempo. Far diventare l'Italia "rossa" nel periodo delle festività aumenterà probabilmente la rabbia, la frustrazione e il senso di solitudine di molte persone, ma io credo che, se non si facesse - e per questo riprendessero ad aumentare i contagi e le vittime con limitazioni ancora più aspre - le conseguenze psicologiche sarebbero addirittura peggiori.

Come ci si dovrebbero vivere le feste?

Anche in questa cose, cercando di farlo nel migliore dei modi possibile: innanzi tutto facendo tesoro di quello che c'è di positivo in questa situazione: la sobrietà ci riporta all'essenza, la mancanza ci fa riscoprire l'importanza delle tradizioni e delle persone. Molto spesso nelle feste passate prevaleva la frenesia di preparare cenoni e pranzi e la tensione nel gestire più persone e relazioni....quest'anno si potranno vivere le feste con maggior calma e tranquillità. Più orientati a "stare" che a fare, all'interiorità piuttosto che all'esteriorità.

Per gli adulti può anche essere una occasione, ma per i più piccoli?

Con i bambini e i ragazzi è bene mantenere alcune ritualità e tradizioni, magari pensandone anche di nuove, in maniera tale da associare, anche a questo Natale, dei ricordi positivi, attribuendoci il potete di essere creativi.

Non sarà facile

È bene tenere a mente un principio che vale in ogni momento, non solo in questo: non sempre possiamo scegliere quello che ci capita, ma possiamo sempre scegliere come viverlo!

Scegliere anche di contribuire ad aumentare il tasso di contagio durante questo periodo: shopping, mega riunioni familiari… Perché la gente si dimostra “sprezzante” del rischio?

Credo che le persone, più che essere sprezzanti nei confronti dei rischi di contagio, non li considerino proprio. Questo sia per un bisogno di "normalizzazione" della situazione che porta, di fatto, a negare la realtà per ciò che è, sia per una forma di ribellione a una condizione in cui si sentono passive e impotenti: agisco per sentire che non sono inerme, per sentirmi "libero" senza pensare alle conseguenze negative, che è il tipico atteggiamento dell'adolescenza.

 


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Roberto Grigoletto

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