Natale in giallo, il commercio trevigiano non vede la ripresa: "Un'azienda su tre rischia di chiudere"
Ascom: "Turismo a terra, con le nuove norme e la quarantena perdiamo i viaggiatori che fanno vacanze di qualche giorno"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “A marzo saranno trascorsi due anni dall’inizio della pandemia. A fine di questo secondo Natale Covid e di un altro lungo inverno di pandemia, il saldo delle imprese del commercio sarà peggiore di quello dello scorso anno. A rischio chiusura è una impresa su tre”. Queste le parole di Federico Capraro presidente Ascom Confcommercio di Treviso nello stilare il bilancio di questo complicato e difficile anno per il commercio, ristorazione e turismo.
“A settembre di quest’anno pensavamo di esserne quasi fuori, di vedere vicina la luce in fondo al tunnel - dice - invece siamo ancora dentro il tunnel, con il Veneto in zona gialla e la situazione epidemiologica in continuo cambiamento. La ripresa ancora non c’è”.
Federico Capraro presidente Ascom Treviso e Vincenzo Monaco direttore generale
Tengono gli alimentari, soprattutto di qualità, beneficia di un moderato influsso positivo il fashion, reduce da due stagioni di calo totale, si innalzano le vendite di elettrodomestici, di prodotti e oggetti per la casa e i servizi: in particolare spiccano le mediazioni immobiliari (sia per le compravendite che per gli affitti), i servizi di cura alla persona e per gli anziani, le manutenzioni per la casa, i servizi di sgombero.
Mentre ristorazione e il turismo viaggiano strettamente legate all’andamento dei contagi e risentono della paura: fioccano disdette di cenoni e viaggi. “Il turismo è a terra - sottolinea Capraro - Le nuove norme, che impongono il tampone al turista straniero vaccinato e la quarantena per i non vaccinati, ci affossano. Chi fa viaggi di un paio di giorno non viene più da noi. Finché restiamo gialli, possiamo contare sul turismo interno. Altrimenti, si andrà sempre peggio. Ci aspetta ancora un inverno complesso”.