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19 marzo 2024

Esteri

Myanmar, manifestanti uccisi durante le proteste

Le vittime a Yangon e Dawei, cortei contro la giunta militare che ha preso il controllo del Paese dopo il colpo di stato

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MYANMAR - Almeno dieci manifestanti sono rimasti uccisi nelle proteste che si sono svolte ieri a Yangon e Dawei contro la giunta militare che ha preso il controllo del Myanmar dopo il colpo di stato del primo febbraio. Secondo quanto riporta il sito 'The Irrawaddy', che cita testimonianze di partecipanti alle manifestazioni, tra le vittime a Yangon vi sono due ragazzi ed un insegnante.

 

Mentre un altro giornale, Frontier Myanmar, rende noto che altri sei manifestanti sono rimasti feriti a Mandalay, due in modo grave. La polizia ha sparato contro i manifestanti pallottole vere, precisano anche le fonti che parlando di feriti anche a Lashio e Taunggyi, nel nord del Paese.

 

Forte condanna dell'Onu

"Condanniamo con forza l'escalation di violenza contro i manifestanti in Myanmar e chiediamo ai militari di fermare immediatamente l'uso della forza contro manifestanti pacifici". E' quanto si legge in una dichiarazione della portavoce dell'Ufficio Diritti Umani dell'Onu, Ravina Shamdasani, in cui si riporta che "sulla base di credibili informazioni ricevute, almeno 18 persone sono state uccise ed oltre 30 ferite".

 

Nella dichiarazione si conferma che per reprimere le proteste contro il golpe dello scorso primo febbraio i militari hanno "sparato pallottole vere" contro i dimostranti in diverse città del Paese, tra le quali Yangon, Dawei e Mandalay. "In diverse località sono stati usati anche lacrimogeni e granate stordenti", aggiunge la portavoce dell'Onu che ribadisce che "la popolazione del Myanmar ha il diritto di riunirsi pacificamente e chiedere la restaurazione della democrazia: questi diritti dovrebbero essere rispettati da polizia e militari e non affrontati con la violenza e la sanguinosa repressione".

 

Le forze armate del Myanmar "hanno intensificato la repressione brutale delle proteste pacifiche nel Paese, uccidendo o ferendo molti manifestanti: le autorità militari devono mettere immediatamente fine all'uso della forza contro i civili e permettere alla popolazione di esprimere il loro diritto alla libertà di espressione e assemblea". E' il monito arrivato dall'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell in una delle giornate più sanguinose dall'inizio delle proteste contro il golpe del primo febbraio scorso, anticipando "a breve l'adozione di misure Ue".

 

"Aprendo il fuoco contro i cittadini inermi - denuncia Borrell - le forze di sicurezza hanno dimostrato un plateale disprezzo per il diritto internazionale e questo deve essere tenuto in considerazione. La violenza non darà legittimità al rovesciamento illegale del governo democraticamente eletto". "L'Ue - conclude - è in modo risoluto al fianco del coraggioso popolo del Myanmar che sta difendendo la democrazia. L'Unione prenderà a breve misure in risposta a questi sviluppi".

 


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