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18 aprile 2024

Treviso

Mura di Treviso: il leone cinquecentesco del bastione di Santa Sofia torna a splendere

Sabato sarà ripulito dalla vegetazione infestante dagli speleologi di Treviso Sotterranea

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

leone bastone Santa Sofia

TREVISO - Il leone cinquecentesco della cortina muraria all’altezza del bastione di Santa Sofia, di via Nino Bixio, tonerà all’antico splendore grazie alla speciale operazione di pulizia degli esperti speleologi dell’associazione Treviso Sotterranea, con il sostegno dell’amministrazione e la collaborazione di Contarina e la disponibilità del dirigente scolastico delle scuole Prati.

Sabato, 30 ottobre, partirà l’intervento di pulizia dalla vegetazione di uno dei simboli della cortina muraria cinquecentesca, il leone posizionato nei pressi del bastione di Santa Sofia, e ormai coperto in gran parte dall’edera e dalle piante rampicanti.

Dal giardino delle scuole Prati, gli speleologi si caleranno per eliminare la vegetazione che nasconde il manufatto storico. I leoni cinquecenteschi, posti lungo la cortina muraria, quelli rimasti dopo le distruzioni operate dai francesi, sono una preziosa testimonianza dello stretto rapporto tra Treviso e la Serenissima Repubblica.

Il leone, posizionato attualmente nelle vicinanze del bastione di Santa Sofia, originariamente si doveva trovare nel centro del torrione d’angolo. A fianco del leone alato, con il libro aperto, si trovano gli stemmi di Leonardo Loredan, doge, e di Paolo Nani, podestà, entrambi in carica al momento della costruzione di questo tratto di mura e di Porta San Tomaso.

L’apparato scultoreo raffigurante il leone marciano di Santa Sofia è stato restaurato oltre vent’anni fa - spiega Treviso Sotterranea costantemente impegnata per la conservazione e la tutela del sistema bastionato della città- e, rischia di essere completamente invaso dall’avanzata della vegetazione infestante, composta da edera ed erbacce varie che tende a compromettere nel tempo l’integrità delle giunzioni di malta e favorire il lento il lento ed inesorabile degrado degli stessi elementi lapidei. Risultava indispensabile, pertanto, intervenire quanto prima per bloccare questo degrado, assolutamente prima del periodo invernale. Tuttavia la situazione del contesto murario è assai precaria e rischia di dover necessariamente richiedere a breve termine un nuovo e radicale intervento di restauro, soprattutto per il consolidamento strutturale dell’attigua vasca in pietra d’Istria, la quale presenta una pericolosa crepa generata dall’apparato radicale degli arbusti cresciuti al proprio interno”.

 


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Isabella Loschi

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