19/04/2024sereno

20/04/2024poco nuvoloso

21/04/2024poco nuvoloso

19 aprile 2024

Nord-Est

Mose, lo Stato recupera 20 milioni

Inchiesta quasi chiusa. Rimane aperto il "caso Orsoni"

|

|

Mose, lo Stato recupera 20 milioni

VENEZIA - A meno di sei mesi dallo 'tsunami' degli arresti, con gli ultimi tre patteggiamenti davanti al Gup Massimo Vicinanza domani di fatto si chiude la vicenda giudiziaria dell'inchiesta Mose, a Venezia, almeno quella relativa ai nomi 'eccellenti'. Dal 4 giugno scorso, quando scattavano, su firma del Gip di Alberto Scaramuzza, 25 ordinanze cautelari, i principali indagati sono usciti di scena attraverso patteggiamenti, a cominciare dall'ex governatore e parlamentare di Fi Giancarlo Galan (2 anni e 10 mesi e 2,6 milioni di risarcimento), anche se i suoi legali hanno tenuto aperta la strada del ricorso in Cassazione.

 

Alle casse dello Stato arriveranno quasi 20mln di euro a risarcimento dell'intrigo di 'malaffare' portato alla luce dalla procura lagunare e ruotante attorno all'allora presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, considerato il 'dominus' di una rete di pagamenti, attraverso fondi neri, a politici, funzionari dello Stato e professionisti, in cambio di garanzie di fondi per l'opera a difesa di Venezia dalle acque alte. Domani mattina, in accordo con la procura, cercheranno di cristallizzare la loro posizione giudiziaria Renato Chisso, ex potentissimo assessore veneto alle Infrastrutture; Enzo Casarin, il factotum di Chisso in Regione, e Federico Sutto, uomo di fiducia di Mazzacurati.

 

Oltre ai tre, restano da definire solo alcune posizioni marginali. Resta aperto invece il capitolo riguardante l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, visto che nei mesi scorsi l'ipotesi di patteggiamento era stata respinta dal Gip. Orsoni era finito nell'inchiesta, ai domiciliari per alcune settimane, per un'accusa di finanziamento illecito dei partiti, riguardante in particolare la sua campagna elettorale del 2010, per 250mila euro che il Cvn di Mazzacurati gli avrebbe dato.

 

Quella sul 'malaffare' in laguna per il Mose è stata un'inchiesta lunga e faticosa, a monte della rapida chiusura in Tribunale. Un'inchiesta condotta dai pm Stefano Buccini, Paola Tonini e Stefano Ancillotto e sviluppata sul fronte investigativo con la Guardia di finanza, con il coordinamento del Procuratore aggiunto Carlo Nordio. Gli accertamenti durati alcuni anni hanno guardato al Mose ma hanno portato alla scoperta intrecci anche con altre opere. Tutto era 'guidato' da Mazzacurati e da alcuni suoi sodali. Ruoli di primo piano anche per l'ex ad della Mantovani, Piergiorgio Baita, e l'ex segretaria di Galan divenuta imprenditrice, Claudia Minutillo. Con le loro dichiarazioni i tre diventeranno uno dei pilastri del sistema messo in atto per anni per tentare di favorire le Valutazioni di impatto ambientale, per sfuggire all'occhio dell'Ue, della Gdf, ma anche far 'passare' le carte giuste al Cipe. Una indagine che, per l'accusa, ha dimostrato come Mazzacurati abbia tenuto in scacco una politica compiacente e le imprese socie e conniventi del Cvn

 

L'inchiesta ha portato a vagliare anche gli interessi 'privati' di figure come Marco Milanese, Roberto Meneguzzo o il generale della Gdf Emilio Spaziante, le cui posizioni stralciate sono finite a Milano. La posizione dell'ex ministro Altero Matteoli è invece al vaglio del Parlamento. Tra i funzionari dello Stato sono andati al patteggiamento gli ex presidenti del Magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva.

 



Dossier

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×