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23 aprile 2024

Treviso

Mose: per Puppato "coinvolta la vecchia guardia"

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Mose: per Puppato

TREVISO - Dopo la Lombardia, il Veneto. Dopo l'Expò il Mose.

Siamo alla fase iniziale di un'operazione avviata alcuni anni addietro, intensificatasi negli ultimi tempi tanto che un notabile in forma riservata aveva pronosticato che entro aprile sarebbe scoppiata la bomba.

"Dall'inchiesta sul Mose viene fuori la parte peggiore della politica del passato e tutti gli errori che sono stati fatti in merito ai modelli applicati per realizzare le infrastrutture", comincia a dire Laura Puppato.

La senatrice aveva trascorso un anno a Palazzo Ferro-Fini e anche nella veste di capogruppo del PD aveva avuto un osservatorio privilegiato per osservare il sistema gelatinoso che caratterizzava i grandi lavori nel Veneto, a partire dal più famoso, il Mose, appunto, che, come un mostro, continuava a divorare i soldi pubblici, triplicando i costi iniziali, ora fermatisi, ma si fa per dire, a 5 miliardi di euro.

Aveva colto che anche nel Veneto non era estraneo l'atteggiamento, "sempre contestato nel consiglio regionale del Veneto, ossia che per i lavori in Italia si sia sempre agito o in emergenza o comunque, come con la legge obiettivo, in deroga alle normative, creando un'area opaca in cui venivano a mancare trasparenza e garanzie e in cui potevano purtroppo proliferare meglio corruzione e infiltrazioni di ogni tipo".

Prendendo atto che lo scandalo ha toccato alcuni personaggi del PD, come Marchese e Orsoni, Puppato prosegue: "Questa è la vecchia guardia, noi con Renzi stiamo voltando pagina da tutto questo... Il fatto che siano coinvolti anche esponenti del Pd é purtroppo una diretta conseguenza delle dinamiche della vecchia politica, strettamente legata agli affari.

Noi rappresentiamo il nuovo e diciamo che la politica deve essere indipendente e ben distinta dagli affari, deve recuperare i suoi valori e la sua funzione".

Insomma basta con le scorciatoie, bisogna accettare invece la massima trasparenza e con tutti i controlli del caso. "Bisogna accelerare i tempi delle procedure ed essere più efficienti, - conclude la Puppato - non derogare alle normative e creare aree di intervento, in cui chi amministra e chi decide è al di fuori e al di sopra della legge e può lasciarsi trascinare nel vortice".

 


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