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28 marzo 2024

Mordi la mela croccante.

Categoria: Altro - Tags: capodanno, Brindisi, Prosecco Superiore, metodo charmat, vino, Michela Pierallini, Gerardo, Le Colture

Michela Pierallini | commenti |

Il Prosecco Superiore metodo charmat è un vino brioso e gioioso, è un vino che sorride. Tenerlo in casa a invecchiare per berlo dopo qualche anno quando è stanco e non sorride più è come mangiare una confezione di biscotti quando sono mosci e non scrocchiano più.

Lo so, non tutti i Prosecco DOCG sono uguali e qualche bottiglia, per chi ha voglia di sperimentare l’evoluzione del vino, va anche bene conservarla. Il caso di cui sto scrivendo, però, non è questo.

Due volte, durante queste feste, ho visto aprire bottiglie di Prosecco DOCG con due, anche tre anni sulle spalle – sul collo è più appropriato.

Vecchio e moscio. Io non inizio l’anno bevendo questa roba, cercate di imitarmi, per favore.

Se vi racconto una barzelletta, non mettete via la risata per ridere fra un anno, ridete subito.

Questo è lo spirito del Prosecco Superiore, piacere e fare piacere. Dare piacere, anche. Va bevuto, non va messo lì a diventare stantìo.

L’occasione per berlo è quando lo bevete, appunto, ma questa regola si estende per ogni tipo di vino.

E bere un Prosecco di due anni ti ha sconvolto così tanto da arrivare a scrivere sul blog? Ma non c’hai proprio niente da fare?

La verità è che questa brutta abitudine mi ha messo tanta tristezza poiché non si allontana molto dal modus vivendi che abbiamo acquisito. Accumuliamo frustrazioni perché chiudiamo in cantina i nostri desideri gioiosi. Rimandiamo una passeggiata, una telefonata alla nonna, un caffè con l’amica che ci è stata vicina, una notte di fuoco col marito. Accantoniamo tutto ciò che c’è di bello e buono nel nostro cuore dicendo “ora non posso, lo farò”.

 

I momenti persi non tornano e se si ripresentano, sono rare le volte in cui li viviamo come avremmo voluto farlo. Carpe diem. 

 

 

Intanto diventiamo vecchi e frustrati, talvolta amareggiati. L’umanità perde la sua umanità e non facciamo niente per migliorare le cose. In effetti, non è poi così strano che ci accontentiamo di bere un Prosecco Superiore ormai spento e dal finale amaro. Mi sembra molto allegorico.

p.s. Il mio 2015, restando in tema Prosecco Superiore, l’ha inaugurato Gerardo, il prosecco brut – se il disciplinare lo ammettesse si chiamerebbe extra-brut – dell’azienda Le Colture. Elegante, raffinato e fresco, ottimo per chi ama la schiettezza senza fronzoli.

Buon anno a tutti quelli che mordono la mela ancora croccante.

 



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