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29 marzo 2024

Montebelluna

Montebelluna on the road – quando andarsene non è solo una fuga

A mancare di più sono la famiglia, il cibo, il sole, le montagne, bici, cultura

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Montebelluna on the road – quando andarsene non è solo una fuga

MONTEBELLUNA – Presentate sabato mattina le video interviste dei montebellunesi che vivono all'estero nell'ambito del progetto promosso dal Comune di Montebelluna e da I Trevisani nel mondo – sezione di Montebelluna che in questi giorni festeggia il 30mo anniversario. Alcuni stralci delle interviste sono visibili nel gruppo facebookMontebelluna on the road.

Vivono soprattutto in Europa, in Germania, in Francia, Olanda, ma anche in Australia ed in Cina: sono i protagonisti del video-documentario realizzato nell'ambito del progetto “Montebelluna on the road - Nuove esperienze di vita nel mondo”, presentato questa mattina in biblioteca comunale a Montebelluna.

Promosso dalla sezione Trevisani nel Mondo di Montebelluna in occasione del suo trentennale di fondazione in collaborazione con iI Comune di Montebelluna, il progetto, partito nel settembre scorso, ha analizzato il fenomeno migratorio recente nell'area montebellunese, intervistando 26 persone (fascia d’età compresa tra il 21 e i 50) residenti all’estero a partire dal 1990. All’iniziativa hanno dato patrocinio la Regione del Veneto – Assessorato ai Flussi Migratori, la Provincia di Treviso, l’UTRIM e l’Istresco.

 

Negli ultimi dieci anni sono 531 gli iscritti all'Aire presso il Comune di Montebelluna di cui 227 tra 0 e 35 anni (fra questi il record riguarda la Francia, 46, seguita dal Regno Unito, 34, la Germania 21, il Belgio, 20, e la Svizzera, 18).

Con il materiale raccolto (circa 30 ore di video interviste, è stato prodotto un documentario. Il campione degli intervistati copre quasi tutti i cinque continenti, essendo state raccolte interviste dalla Cina, dall’Australia, dal Brasile, da Israele e per quanto riguardo l’Europa dall’Austria, dalla Svizzera, dalla Francia, dall’Olanda, dalla Germania, dalla Danimarca, dalla Finlandia, dall’Inghilterra, dal Lichtenstein.

Le professionalità degli intervistati sono varie: dallo studente all'estero in Erasmus ai dottorandi e ai ricercatori, dagli architetti agli operatori di organizzazioni di volontariato, agli ingegneri delle telecomunicazioni agli operatori turistici, dai grafici ai designer e alle ragazze alla pari.

 

I PROTAGONISTI

 

Alberto Venzo - 40 anni - Parigi - Francia

“Io non conoscevo nessuno quando sono venuto a Parigi, però è successo a me di poter aiutare qualche italiano, spiegandogli le differenze tra il sistema di lavoro italiano e quello francese”

 

Alessandra Gonnella - 21 anni - Londra - Gran Bretagna

“Per me un grosso problema dell’Italia, che è anche una delle cause per cui molti giovani se ne vanno, è che è un Paese per vecchi”

 

Alice Andreola - 27 anni - Bielefeld - Germania

“Che consigli darei a chi vuol fare un’esperienza all’estero? Fai ricerche sul luogo dove andrai ad abitare o a studiare. Informati sui professori se andrai a studiare, informati sui luoghi dove potresti lavorare e... Portati un pacco di pasta da casa!”

 

Anna Sartor - 24 anni - Prangins - Svizzera

“Non mi trovavo più bene dov’ero, in Italia. Ero stufa! Siamo delle risorse, alla fine. però ci fanno sentire come un peso”.

 

Claudia Poloni - 31 anni - Lione - Francia

Daniela Setco - 23 anni - Prangins - Svizzera

“Sono andata a vivere all’estero per aprire gli occhi, per vedere posti nuovi e, soprattutto, per imparare una nuova lingua”.

 

Daniele Casella - 47 anni - Klagenfurt - Austria

“Cervello in fuga? Mi riconosco in fuga. Come cervello... mi fa un po’ ridere, perché se avessi avuto cervello sarei andato via prima dall’Italia!”

 

Daniele Pedrazzi - 34 anni - Brisbane - Australia

“A chi volesse andare a vivere all’estero consiglio di non pensare che, andando in un altro Paese, le cose siano molto facili, perché non lo sono affatto”.

 

Gianluca Bolzonello - 49 anni - Nanchino - Cina

“Quando sono partito io, Montebelluna era ricca. La gente veniva a casa mia per domandarmi se volevo andare a lavorare con loro.”

 

Gioele Martignago - 24 anni - Turku - Finlandia

“Se si vuole fare un’esperienza di studio all’estero, per come la penso io, credo che la cosa migliore sia partire da soli, senza conoscere nessuno”

 

Gloria Tommasi - 34 anni - Rio de Janeiro - Brasile

“Abbiamo cercato uno Stato che ci permettesse di aprire un’attività con molta più facilità, e devo dire che il Brasile è uno stato che ti permette di aprire una partita IVA con una facilità davvero reale”.

 

Irene Favero - 34 anni - Parigi - Francia

“La cosa che più mi ricorda casa è la nebbia: quando c’è la nebbia mi sembra di essere in stazione a Signoressa ad aspettare il treno per Montebelluna”

 

Marina Regosa - 29 anni - Wageningen - Olanda

“In Olanda, i professori universitari si mettono quasi sullo stesso piano degli studenti. Anche se sono dei guru nella loro materia, anche se hanno sessanta o settant’anni e potrebbero permettersi di guardarti dall’alto in basso, non lo fanno!”

 

Nicola Chinellato - 25 anni - Utrecht - Olanda

Mi piacerebbe tornare in Italia e aiutare la nostra società a crescere e migliorare. Bisogna vedere se ne avrò l’occasione...”

 

Nicola Rasera - 26 anni - Monaco - Germania

“A Monaco, l’Università costa 220 euro all’anno. E con quella somma si acquista anche un biglietto valido per tutti i mezzi pubblici della città. Ci sono più possibilità di fare le tesi in azienda e, in tal caso, si viene retribuiti, cosa che in Italia è difficile che avvenga”

 

Pamela Sartena - 36 anni - Zurigo - Svizzera

“Quella di trasferirmi all’estero non è stata una scelta voluta, ma una scelta semi-obbligata, perché comunque, nel caso in cui non fossi partita, avrei perso il mio lavoro”

 

Paolo Martinazzo - 33 anni - Zurigo - Svizzera

“Una volta abituato a questi standard alti e a questo mercato del lavoro flessibile e spumeggiante, tornare indietro con stage, contratti a tempo e sicurezza zero, non mi sembra il caso”

 

Sara Dominoni - 26 anni - Gerusalemme - Israele

“Consiglio, a chi volesse fare un’esperienza all’estero, di non aver paura e di buttarsi, perché c’è soltanto da imparare. Sia che vada bene, o che non vada bene, è comunque un’esperienza importante che ti aiuta ad aprire gli orizzonti”

 

Sibilla di Guida - 34 anni - Otterup - Danimarca

“L’Idea che in Italia tutto vada male e all’estero vada tutto bene è decisamente esagerata. Però è vero che, almeno nell’università, un lavoro qualificato è considerato molto di più all’estero che in Italia”

 

Stefano Binotto - 29 anni - Berlino - Germania

“Per me è stato decisivo l’Erasmus, perché da un lato mi ha permesso di conoscere persone provenienti da tutto il mondo, e dall’altro mi ha dato la possibilità di vedere e di scoprire un modo di vivere diverso da quello che conoscevo”

 

(In foto, da sinistra: Marco Chiarelli, Marzio Favero, Alessandro Casellato, Paolo Martinazzo e Gloria Tommasi)

 



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