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27 aprile 2025

Vittorio Veneto

"La montagna non è un parco giochi, sui social messaggi sbagliati. Serve preparazione e conoscenza"

Intervista all'esperto Edoardo Fioretti, istruttore di scialpinismo da quarant’anni e direttore della Scuola di SciAlpinismo Monte Messer

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Edoardo Fioretti

VITTORIO VENETO - “La montagna va studiata, osservata, ascoltata. Serve molta conoscenza e attenzione quando si decide di salire lungo un versante innevato, soprattutto con la neve fresca”. “Affidarsi ai percorsi condivisi sui social? Un grave errore. La montagna non va sfidata”. Edoardo Fioretti, istruttore di scialpinismo da quarant’anni, direttore della Scuola di SciAlpinismo Monte Messer dal 1996 e presidente della commissione interregionale scuole di alpinismo scialpinismo, arrampicata e sci escursionismo del Veneto e Friuli Venezia Giulia, ci racconta come è cambiato in questi anni l’approccio alla montagna, sottovalutandone - troppe volte - i pericoli e affidandosi ai social per organizzare percorsi a volte al di sopra delle proprie capacità e conoscenze o sottovalutando il bollettino Arpav e l’allarta valanghe.

“ll numero di frequentatori della montagna innevata ha registrato negli ultimi 15 anni un forte incremento: nel 2010/2011 erano 33mila le persone che si dedicavano allo scialpinismo, nel 2022/23 sono diventati 106mila (dati nazionali tratti dalla rivista “Sciare” ndr). Con questi numeri si è riscontrato un costante aumento degli incidenti”.

Cos’è cambiato?
“La frequentazione della montagna d'inverno richiede conoscenze approfondite ed esperienza. Purtroppo i messaggi diffusi via “social” tendono a banalizzare la montagna, ed i pericoli insiti in essa, facendola sembrare quasi un “parco giochi”, accessibile a tutti. Ma i pericoli sono sempre presenti, anche se, soprattutto d’inverno, sono difficilmente percepibili”.

Cosa si può fare per ridurre i rischi quando di va in montagna?
“In montagna ci sono troppe variabili dunque è impossibile annullare completamente i rischi, ma si possono ridurre con una adeguata preparazione ed una costante valutazione delle condizioni ambientali, al fine adottare i comportamenti più corretti per garantire una maggiore sicurezza. Le scuole del Cai lavorano costantemente proprio sul fronte della sensibilizzazione e della formazione, ma si trovano a sostenere una battaglia difficile contro i social”.

Quali i pericoli di affidarsi ai social?
“Mostrano foto e video di scialpinisti che scendono su pendii di neve fresca, paesaggi meravigliosi e inducono la gente ad emularli per avere le stesse foto e gli stessi like. Ai miei tempi c’era diffidenza per la neve fresca. Oggi si cerca la neve fresca perché i video sono più belli, fanno più effetto e attirano like e la gente pensa “lo fa lui, posso farli anche io, non sapendo cosa c’è dietro a queste persone, come ad esempio uno staff o un medico pronto ad intervenire”. La montagna però non perdona, bisogna saper leggere ogni più piccolo segnale”.

Come leggere il bollettino Arpav?
“Nel pianificare una gita su terreni innevati è sempre necessario considerare le indicazioni fornite dai bollettini meteo-nivologici, che nella nostra regione sono emessi da Arpa Veneto. Il bollettino costituisce uno strumento di pianificazione indispensabile. Esso fornisce indicazioni sulle condizioni del manto nevoso, sul pericolo di valanghe e sull’evoluzione del pericolo. Inoltre descrive i pendii pericolosi indicandone l’esposizione, la quota e l’orografia. Il grado di pericolo, espresso in numeri da 1 a 5, presenta la caratteristica di avere un andamento esponenziale e non aritmetico, quindi da un grado al successivo il potenziale di pericolo raddoppia. Il grado 3 rappresenta quindi un grado elevato di pericolo. Se non c’è l’esperienza per valutare un bollettino Arpav è meglio organizzare gite dove le pendenze sono inferiori ai 27 gradi perché a quelle pendenze le valanghe non si staccano. Meglio fermarsi al livello del bosco”.

In caso di valanga?
“In caso di travolgimento in valanga le possibilità di sopravvivenza sono statisticamente considerate elevate entro i primi 15/18 minuti (mortalità 8%); successivamente, fino ai 45minuti, subentra l’asfissia che porta la mortalità al 70%. La riduzione della temperatura corporea corrisponde a circa 3 gradi all’ora. Per questo è necessario e obbligatorio per legge avere l’attrezzatura base per la sicurezza - arva pala sonda - e conoscere le tecniche di soccorso per intervenire immediatamente prima dell'arrivo dei soccorsi. Nelle scuole Cai lavoriamo molto sulla prevenzione, fornendo tutte le nostre conoscenze per saper riconoscere i pericoli e ridurre gli incidenti”.


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