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28 marzo 2024

Mogliano

Mogliano, “ronde non violente. Vogliamo aiutare le Forze dell’Ordine”

Il consigliere Zanardo prende parola: “con Nilandi visioni diametralmente opposte”

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Foto d'archivio

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MOGLIANO VENETO – I ripetuti furti avvenuti nelle ultime settimane a Mogliano Veneto hanno causato un sentimento di forte timore tra i cittadini. Per far fronte alla crescente preoccupazione il Comune ha deciso di intensificare i controlli delle Forze dell’Ordine per la città. Misura che non sembra essere bastata a far dormire sonni tranquilli ai moglianesi: nelle ultime serate diversi cittadini hanno infatti cominciato a girare a piedi tra le case per effettuare dei controlli e segnalare eventuali presenze sgradite.

Ed è proprio questa modalità “fai da te” che ha attirato l’attenzione del segretario del PD Mogliano Giacomo Nilandi, il quale si è raccontato preoccupato di una possibile “psicosi collettiva per un fenomeno che, seppur concentrato, resta perfettamente in linea con i dati (bassi) degli anni scorsi”. La presenza del consigliere di maggioranza Roberto Zanardo, che ha guidato le ronde, inoltre, è stata considerata dal consigliere di opposizione “un comportamento inaccettabile”.

La risposta del diretto interessato, il consigliere Zanardo, non si è fatta attendere. “Nessuno era uscito di casa con la volontà di essere violento o con l’intento di farsi giustizia da soli o di sostituirsi alle forze dell’ordine che ogni giorno fanno un lavoro esemplare, ma esclusivamente per sostenere sia le forze dell’ordine con occhi e orecchie in più sul territorio che la comunità di Zerman.

Capisco anche che le nostre idee rispetto a quelle di Nilandi siano diametralmente opposte. Noi scendiamo in strada a fianco dei nostri concittadini in difficoltà, supportiamo il lavoro straordinario che ogni giorno fanno le forze dell’ordine, difendiamo le nostre case, i nostri figli e i nostri anziani e chiediamo a gran voce la certezza della pena per questi criminali. Non viviamo di certo la città da una scrivania. Le sue parole non offendono solo me ma l’intera sensibilità della comunità di Zerman che da subito si è attivata per aiutare le forze dell’ordine”.

 


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Manuel Trevisan

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