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28 marzo 2024

Nord-Est

Missione italiana scopre in Pakistan antico tempio buddhista

Risale II secolo a.C. Direttore scavi docente Università Venezia

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Missione italiana scopre in Pakistan antico tempio buddhista

VENEZIA - La scoperta di uno dei più antichi templi buddhisti al mondo nell'antica città di Barikot, nella regione dello Swat, è il frutto dell'ultima campagna di scavo della missione italiana in Pakistan guidata dall'Università di Venezia.

La datazione si attesta intorno alla seconda metà del II secolo a.C., ma probabilmente risale ad età più antica, al periodo Maurya, dunque III secolo a.C., ma solo le datazioni al radiocarbonio (C14) ce ne daranno certezza. La scoperta getta una nuova luce sulle forme del buddhismo antico e la sua espansione nell'antico Gandhara e aggiunge un nuovo tassello a ciò che si conosce sull'antica città. Direttore di quella che è la più antica missione archeologica italiana attiva in Asia è da diversi anni il professor Luca Maria Olivieri dell'Università Ca' Foscari Venezia (Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea).

La missione fondata nel 1955 da Giuseppe Tucci è gestita dal 2021 anche dall'Ateneo veneziano in collaborazione con l'Ismeo (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente), con il co-finanziamento del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il dipartimento provinciale pakistano di archeologia e con il locale Swat Museum. "La scoperta di un grande monumento religioso fondato in età indo-greca rimanda senz'altro ad un grande ed antico centro di culto e di pellegrinaggio" spiega Olivieri, evidenziando che "lo Swat è terra sacra del Buddhismo già in età indogreca".

Barikot è nota nelle fonti greche e latine come una delle città assediate da Alessandro Magno, l'antica Bazira o Vajrasthana. Le stratigrafie scavate dalla Missione, datate col radiocarbonio, dimostrano l'esistenza della città ai tempi della spedizione di Alessandro Magno intorno al 327 a.C.. Si tratta di una città importante che gestiva tutto il surplus agricolo produttivo della valle dello Swat. La valle è speciale tra quelle del Karakorum-Hindukush perché gode di un microclima che permette di avere due raccolti dallo stesso terreno durante l'anno, grano o riso, uno in primavera e uno alla fine dell'estate. Barikot era dunque una sorta di "città-granaio" di cui anche Alessandro Magno si servì prima di proseguire il suo percorso verso l'India.

Curzio Rufo la descrive come urbs opulenta nelle sue Historiae Alexandri Magni per definirne la ricchezza agricola. Il sito è impressionante, una valle verdissima in una sorta di pianoro di montagna a circa 800 metri di altezza con sullo sfondo le montagne dell'Hindukush e con una storia che va dall'età del Bronzo fino alla fine del Medioevo.

 



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