IL MINISTRO SUL COVONE
Zaia salta in piedi su un covone e dice in dialetto: "No ste far guera tra poreti"
| Emanuela Da Ros |
Verona - Le barricate del secolo ventesimoprimo sanno di fieno e di guano di polli. Le barricate del 2009 sono covoni di fieno. E sui covoni di fieno, in una sorta di specchio-riflesso del potere non stanno i contestatori, ma i ministri. I ministri come Luca Zaia. Poche ore fa il ministro all'agricoltura e alle foreste del Governo italiano è salito su un covone dell’azienda agricola Brunelli, a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, per parlare agli agricoltori (venuti a contestare la sua politica sulle quote-latte).
Dopo essere sceso dall'auto (blu, si presume) che accompagnava il ministro alla fattoria, Luca Zaia ha salutato a uno a uno gli agricoltori che lo aspettavano per contestarlo; ha interloquito con loro in dialetto e poi è salito su un covone invitandoli a "improvvisare un dibattito".
“Voi siete stati portati qui da scelte sbagliate e da chi ha voluto innescare un conflitto tra poveri – ha butttao là Zaia – il settore agricolo è attanagliato da una crisi dei prezzi che nulla ha a che vedere con la soluzione del problema delle quote latte. Sono solidale con tutti gli agricoltori italiani che stanno pagando per logiche di mercato e per una concorrenza sleale, che non hanno contribuito a creare, la soluzione sta nell’accentuare i controlli. Nessun governo come questo ha effettuato tanti controlli alle frontiere, nessun Governo come questo è stato attento al tema delle frodi fiscali che riguardano il latte.
“Su quest’ultimo punto siamo arrivati quantomeno a capire il giro delle fatturazioni false: non ci saranno sconti per i responsabili. L’atra questione è garantire la qualità. Il disegno di legge sull’etichettatura obbligatoria avrà un ruolo – ha proseguito Zaia – importante per il rilancio del settore. Una volta che le camere lo avranno licenziato e reso legge sarà mia cura che i primi regolamenti attuativi riguardino il settore del latte.”
Il monolgo di Zaia in realtà non è filato liscio e armonioso come una canzone di Boccelli. Zaia s'è preso le sue. E' stato interrotto, fischiato, ma è anche stato applaudito. Applaudito dai contestatori. Che forse proprio non se l'aspettavano di vedere un ministro tra il fieno. Un ministro sul covone-che-scotta. Di vedere che un ministro preferisce una spiga a una laude.
Emanuela da Ros