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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

MIMETICA E OCCHI BLU...ECCO IL TENENTE MANUELA!

Il primo ufficiale-donna vittoriese in servizio a Vittorio Veneto.

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

MIMETICA E OCCHI BLU...ECCO IL TENENTE MANUELA!

di Emanula Da Ros

Vittorio Veneto - Uomo o caporale? Nessuno dei due, ovviamente. Il tenente dell’esercito italiano, Manuela Della Giustina, non è né l’una “cosa”, né l’altra.
Ma se, osservandola anche da molto lontano (ha un fisico perfetto, occhi da cerbiatta azzurro-polinesia, eye liner niente affatto sbavato), nessuno, ma proprio nessuno, la scambierebbe per un uomo; sul grado, be’, qualche dubbio può pure venire, no?
Per fortuna il capitano Stefano Eliseo del 1° Fod, che ci presenta Della Giustina, ci evita una prima brutta figura (nel corso dell’intervista, ci rifaremo…): due stelle sulla divisa equivalgono al grado di tenente, tre stelle a quello di capitano.
Il tenente Manuela Della Giustina ci accoglie nel suo studio: tricolore consunto (il fotografo Andrea Armellin, che è con me e che firma i ritratti di questo servizio, vorrebbe sapere se è un cimelio storico), labari, targhe, una collezione di calendari dell’esercito e un paio di teche piene di documenti fanno da cornice alla scrivania di questa bella ragazza di 26 anni che sul petto, oltre le due stellette, ha appuntato un (ideale) primato: è il primo ufficiale donna della provincia di Treviso. 
Nata da genitori vittoriesi (serravallesi, per essere precisi), Manuela Della Giustina è figlia unica (non ha avuto fratelli che giocavano alla guerra, in casa) e non ha nessun parente nell’esercito (il padre è un agente assicurativo, la mamma casalinga). Eppure oggi indossa “con fierezza” una divisa, anzi una delle tre divise d’ordinanza.

Perché ha scelto l’esercito?
Perché, verso i 17 anni, ho visto un programma televisivo che pubblicizzava l’ingresso delle donne nelle forze armate e quest’opportunità mi ha colpito. Perché credo nel rispetto e nei valori che l’esercito veicola. Perché sono figlia di Vittorio Veneto, città Medaglia d’oro al valor militare…

Quale strada ha seguito per entrare nell’esercito?
Ho fatto l’Accademia a Modena e poi tre anni di specializzazione a Torino.

E lì ha preso un diploma (…la mia seconda brutta figura…).
Veramente ho preso una laurea: in Scienze strategiche, con un indirizzo economico-amministrativo. Per entrare all’accademia di Modena ci vuole già un diploma.

Che nel suo caso era?
Ho fatto il liceo psico-pedagogico Santa Giovanna D’Arco.

Il liceo psico pedagogico ha sostituito le vecchie Magistrali. Non è stato un bel salto passare da una formazione di tipo pedagogico a una militare?
C’è invece una grande affinità tra la preparazione che ho ricevuto al liceo e la professione che svolgo. La capacità di relazionarsi bene con gli altri, di comprenderne la psicologia è indispensabile: (attenzione al prosieguo della risposta) l’arte del comando è un attività bellissima, ma difficile, ricca di sfumature, e richiede la capacità di armonizzare i contrasti…

Ha usato l’espressione “arte del comando” e il verbo armonizzare: dove sono le parole bellicose?
Non ci sono. E l’espressione Arte del comando non è mia. Viene usata in accademia proprio per indicare la necessità di esercitare con sapienza e cura un ruolo che, certo, ha come scopo anche quello di impartire degli ordini.

Da bambina, meglio: da adolescente, che pensava delle regole?
Che erano giuste, che andavano rispettate. Non mi sono mai state imposte dai genitori regole ferree e immotivate. Ho condiviso quelle utili alla mia crescita.

Se pronuncio la parola guerra?
L’esercito è impegnato soprattutto in missioni di pace oggigiorno.

Patria?
Ho giurato di servire la patria sino alla fine.
Sdrammatizziamo un po’. Il capitano Eliseo ci informa che da quando, nel 2000, è iniziato il reclutamento femminile nell’esercito, la presenza delle donne è progressivamente aumentata, raggiungendo il 6 o 7 per cento del totale. Nella storica caserma Gotti di Vittorio Veneto su circa 200 militari, ci sono 12 donne, che – ci spiega il tenente Della Giustina - dormono all’interno della struttura.

In tante camerette decorate di rosa con le tendine di Hello Kitty, suppongo…
No. Le stanze sono uguali a quelle degli uomini.

Ma la differenza sessuale si sente?
No. Essere donna nell’esercito non comporta né vantaggi, né svantaggi. Le donne fanno esattamente quello che fanno i maschi. Possono coprire gli stessi ruoli, logistici o operativi che siano. Seguono lo stesso addestramento in accademia.

Ma secondo lei, l’ingresso delle donne nell’esercito è stato positivo per le forze armate?
Le donne hanno portato degli elementi innovativi importanti.

Per esempio?
Noi donne siamo pragmatiche e determinate. A volte più degli uomini. E’ una nostra prerogativa.

E la maternità si concilia con la divisa?
Certo. Abbiamo delle donne in congedo per maternità in questo momento. Il nostro non è un lavoro diverso dagli altri. Io resto in caserma dalle otto alle 16.30. Ma questo è un orario indicativo perché in realtà, stare nell’esercito vuol dire non avere orari, essere sempre a disposizione. E’ una vocazione la nostra, più che una professione.

Prima di passare alle domande “serie”, invito Andrea Armellin a porre lui un quesito al tenente (questo): Qual è il grado massimo che una donna ha raggiunto finora nell’esercito?
Le donne uscite dall’accademia hanno il grado di tenente. Ma ci sono delle donne capitano, di nomina diretta.

Quando avremo una donna generale?
(risponde il capitano Eliseo)
Probabilmente dovranno passare più di dieci anni. L’America, che ha una lunga tradizione di donne nelle forze armate, ha avuto la prima donna generale solo l’anno scorso.
(Ed ora, ecco le domande serie al tenente Della Giustina)

E’ fidanzata, sposata?
Fidanzata.

Con un tenente?
Sì…

Allora è stato un amore…sotto le armi!
Sì, mettiamola così.

Visto che parliamo di sentimenti, che pensa del romanticismo? è una leziosità?
No, perché? Non sono un maschiaccio solo perché indosso una divisa. Fuori di qui sono una ragazza come le altre.

L’ultimo film che ha visto?
Never back down.

Un film romantico?
Veramente è ambientato nel mondo della boxe…

Prima di salutare il tenente Della Giustina, che non si è sottratto a nessuna delle mie domande (nemmeno a quelle molto stupide, nemmeno a quella imbarazzante: quanto guadagna al mese?), la osservo dalla testa (“capelli raccolti sopra il colletto, trucco non (troppo) appariscente, orecchini non pendenti”, come recita il regolamento) ai piedi e le faccio la domanda che – senza dubbio - mi riscatterà ai suoi occhi.

Gli anfibi se li lucida da sola?
Ma certo!

 

In foto: il tenente Manuela Della Giustina fotograta da Andrea Armellin

 


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