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29 marzo 2024

Italia

Migranti, 700 morti negli ultimi naufragi. E' strage di bambini

In Libia ragazzi picchiati per mesi prima di partire

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Migranti, 700 morti negli ultimi naufragi. E' strage di bambini

Nei tre naufragi dei giorni scorsi nel Mediterraneo potrebbero essere morte 700 persone, denuncia la portavoce dell'Unhcr Carlotta Sami, citando le testimonianze dei sopravvissuti. "Mettendo insieme questi tragici numeri, stimiamo che sono morte almeno 700 persone, con nessuna certezza sulle cifre e sulle identità" delle vittime, spiega all'agenzia di stampa tedesca 'Dpa'.

Sono un centinaio i migranti dispersi dopo il naufragio di mercoledì e che si teme possano essere rimasti chiusi nella stiva dell'imbarcazione. Altri 550 sono dispersi in seguito al naufragio giovedì di un barcone partito il giorno prima dal porto libico di Sabratha senza motore, al traino di un altro altrettanto affollato. Venticinque persone sono riuscite a salire sul primo barcone, altre 79 sono state tratte in salvo da navi di passaggio, e sono stati ritrovati solo 15 corpi. Venerdì, nel terzo naufragio, sono state tratte in salvo 135 persone e ritrovati 45 corpi. Ma i dispersi sono molti di più.

STRAGE DI BAMBINI - La polizia, su mandato della Procura di Ragusa, ha arrestato a Pozzallo un presunto scafista sudanese su cui grava anche l'accusa di avere provocato la morte di oltre 400 migranti. A ricostruire la tragedia sono stati numerosi dei sopravvissuti. E' emerso che due erano i barconi legati da una fune, entrambi con circa 500 persone a bordo: quello trainato ha iniziato a imbarcare acqua e lo scafista sudanese ha deciso di tagliare la fune che, tornando indietro come una fionda, ha ucciso una donna. Nell'affondamento del barcone non più al traino sarebbero morte circa 400 persone. Un centinaio i superstiti. Il cadavere della donna, colpita dalla fune tagliata, è stato trasferito ad Agrigento. Con il presunto scafista sudanese a Pozzallo sono state fermate, sempre su disposizione della Procura iblea, altre tre persone.

Sono agghiaccianti alcuni particolari raccontati dai testimoni giunti a Pozzallo, ascoltati per ore. In base a quanto riferito sarebbero stati molti i ragazzi picchiati in Libia per mesi prima di partire. I testimoni avrebbero anche riferito che il sudanese fermato, nonostante centinaia di persone in acqua, avrebbe abbandonato il luogo del naufragio lasciando annegare i migranti caduti in mare. Tra le centinaia di passeggeri del barcone vi erano circa 40 bambini e nessuno è stato tratto in salvo.

MOLTI SOMALI ED ERITREI TRA MINORI SBARCATI A REGGIO CALABRIA - Sono molti i minorenni, soprattutto somali ma anche eritrei, che sono sbarcati dalla nave militare 'Vega', arrivata questa mattina nel porto di Reggio Calabria. A bordo anche le 45 salme di migranti, tra cui 36 donne e tre bambini, che hanno perso la vita nell'ennesimo naufragio al largo della Libia. ''Ci hanno raccontato che sono partiti giovedì da Sabrata con una grande imbarcazione - racconta un'operatrice di 'Save the children' che sta assistendo i minori sbarcati - erano centinaia di persone. Venerdì mattina il barcone ha iniziato a imbarcare acqua ed è affondato. Ancora, però, non si sa il numero preciso dei dispersi. Le notizie sono confuse''.

MATTARELLA: LA SOLUZIONE NON È DEVIARE FLUSSI VERSO ALTRI PAESI - "Pensare che la soluzione consista nel deviare i flussi" migratori "verso altri Paesi e, non nell'affrontare le sfide con lucidità, appare singolarmente ingenuo" ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo come ospite d'onore al vertice del Processo Brdo-Brioni, forum informale che riunisce i Paesi della ex Jugoslavia e l'Albania.

"Occorrono, invece, politiche unitarie e coerenti, in grado di governarli e, soprattutto, di incidere là dove tanti flussi hanno origine. Servono azioni coordinate a livello planetario - ha ribadito il capo dello Stato - nel campo della solidarietà e dell'accoglienza per tutti i migranti che hanno diritto a una protezione internazionale". "Servono - ha detto ancora il presidente della Repubblica - politiche credibili in tema di attivazione di canali legali di migrazione e di rimpatri. Serve uno sforzo di miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi da cui i flussi originano".

"Questi bambini, queste donne e questi uomini, fuggono da guerre, carestie, oppressione. Cercano, semplicemente, una vita migliore, come farebbe chiunque di noi nelle stesse condizioni. Occorre quindi uno sforzo comune, che sarà pienamente efficace se l'Unione saprà coinvolgere anche l'intero arco dei Balcani occidentali, partner indispensabili - ha concluso Mattarella - nella ricerca di soluzioni durature, articolate, lungimiranti, in grado di governare un fenomeno così complesso".

MONS. PEREGO (CEI): I MORTI CHIEDONO A EUROPA SENZA COSCIENZA DI AGIRE - I troppi morti in mare chiedono "all'Europa di ripensare un'azione forte". Lo denuncia monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione della Cei che si occupa di immigrati, profughi e rifugiati.

"Il punto - osserva all'Adnkronos - è che gli ultimi atti dell'Europa, i muri che continua ad innalzare vanno nella direzione di lasciare ad altri la responsabilità dell'accoglienza di tante famiglie in fuga. C'è stata una nuova strage di bambini, segnale che non ci sono solo uomini in fuga ma intere famiglie che fuggono da guerre e disastri, ma sembra che l'Europa non senta sulla coscienza tutti questi morti".

Il direttore di Migrantes riflette anche sui dati dell'Alto commissariato Onu che segnalano che solo nell'ultima settimana nel nostro Paese ci sono stati oltre 13mila arrivi contro i 180 migranti approdati sulle isole greche. "Un dato - sottolinea mons. Perego - frutto non solo degli infausti esiti degli accordi Ue-Turchia ma anche dei muri che si stanno innalzando. I nazionalismi stanno facendo dell'Italia un Paese che rischierà di sopportare maggiormente l'accoglienza dei migranti".

Da qui la necessità "di piani di accoglienza. I corridoi umanitari - osserva il direttore dell'organismo della Cei in prima linea nell'aiuto di profughi e rifugiati - devono diventare prassi comune in maniera tale che si eviti quella che ormai è una tratta di esseri umani che va ad alimentare criminalità e terrorismo".

 


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