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28 marzo 2024

Nord-Est

Il mestrino Roberto Vian ha illustrato l’ultimo fumetto Disney PK

“Quando parlo di fumetto parlo anche di noi, del mondo, di ciò che ci circonda”. Il disegnatore Roberto Vian si racconta

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Copertina del secondo volume di Pikappa targato Walt Disney Company Italia

MESTRE – Venerdì 20 novembre è uscito il nuovo fumetto PK – Pikappa targato Walt Disney Company Italia. A disegnare le tavole del noto fumetto è Roberto Vian, disegnatore di Mestre che collabora con la Disney Co. Italia dal 1992 e che ci racconta curiosità, storia e filosofia dell’arte del fumetto.

Per iniziare e non fare confusione: che differenza c’è tra Paperinik e PK?
“Paperinik è un pò come Spiderman, così come Paperino è simile a Peter Parker: due giovani, carini, impacciati con le ragazze e che di notte si trasformano nei salvatori della città. PK è l’iperbole tecnoscientifica: è un Paperinik con armi tecnologiche sofisticate immerso in una Paperopoli futurista.”

Come sei arrivato a disegnare PK?
“La Panini Comics, dopo aver acquistato i diritti di produzione e distribuzione della Disney, ha pubblicato il primo numero della trilogia PK, che non è andato bene. Ho ricevuto la chiamata del direttore che mi ha affidato il recupero del progetto. Con il secondo numero è andato molto bene e ora ho finito il terzo che è appena uscito.”

Continuerai a disegnare PK anche in futuro?
“Nel progetto originale ci sarebbe stata un’altra trilogia ma il direttore della Panini mi ha proposto di tornare a lavorare su Topolino, che ha una tiratura molto più ampia rispetto a PK.”

Un gran successo insomma. Ma allora è vero come si dice che i fumetti sono un’arte di serie B?
“È vero sì, ma solo perché le persone che lo fanno ragionano con una mentalità di serie B. Tutto può essere interessante, dipende da chi lo fa e da come lo fa. In Italia ci sono stati fumettisti strepitosi, come Gianni De Luca. Lui era un disegnatore che considerava e viveva l’arte del fumetto come un’arte di serie A. Quando parlava di fumetto partiva dalle grotte di Altamira, perché l’espressione che definiamo artistica è un tentativo arcaico (originario) di orientare concettualmente il mondo: l’uomo è disorientato per natura e ha bisogno di crearsi delle certezze.”

Quindi il fumetto ha origini così antiche?
“Il fumetto nasce convenzionalmente nel 1895 ma nelle grotte di Altamira c’erano già gruppi di immagini messe l’una accanto all’altra che volevano significare qualcosa; non può essere definito fumetto quello? Nel 1985 è nato il nostro modo di vedere il fumetto che è fortemente commerciale. Questo è il modo occidentale di vedere il mondo, di costruirlo: la civiltà contemporanea si basa sull’apparato tecno-scientifico e sul denaro. Tolte queste due cose non abbiamo più la chiave di lettura per decriptare ciò che ci circonda. I disegni nelle grotte interpretavano il mondo a modo loro, i fumetti occidentali lo interpretano a modo nostro: ogni epoca dà una propria visione del mondo.”

Tu che fumettista sei? Di serie A o B?
“La maggior parte dei fumettisti contemporanei cercano il successo. Il mio fumetto ha un’altro intento. Quando parlo di fumetto parlo anche di noi, del mondo, di ciò che ci circonda. Infatti con i miei lavori presento anche una conferenza illustrata. In queste occasioni, attraverso esempi pratici live di pittura classica, fumetto, illustrazione concettuale, slides e un apparato teorico argomentato, offro una interpretazione ulteriore della Storia dell'Arte occidentale. Sulla base di tale impianto si chiarisce il perché della scarsa comprensibilità dell'Arte Contemporanea, giungendo a gettare una luce sulle strutture cognitive originarie che hanno portato la nostra Civiltà a produrre arte, e quindi anche fumetti, in questo modo.”

 


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Manuel Trevisan

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