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28 marzo 2024

Treviso

Messa dell'Assunta alla Madonna Granda, il sindaco dona il tradizionale cero

Il Vescovo Michele: “Questo dono rappresenti la nostra fiducia nella vita, nelle risorse e nella dignità della persona, nel futuro”

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l'offerta del cero del sindaco di Treviso

TREVISO - “Maria è la donna della novità di Dio nella storia. In Lei si dispiega pienamente tutta la dirompente potenza della risurrezione di Cristo, unica vera novità della storia”: così il vescovo Michele questa mattina, 15 agosto, durante la messa per la solennità di Maria Assunta in cielo, celebrata nel santuario trevigiano di Madonna granda.

Anche quest’anno si è ripetuto, nel santuario, davanti all’immagine venerata della Madonna col Bambino, il gesto del dono del cero da parte del sindaco, Mario Conte, a nome della città di Treviso. Molti i fedeli partecipanti, nel rispetto delle norme anti-contagio, accolti sia in chiesa che nel chiostro della basilica.

“Maria non è separata da noi, Lei è con Cristo, la prima di tutti noi. La forza della risurrezione agisce infatti anche nella nostra vita, nella nostra storia, anche se non si è ancora manifestata in pienezza” ha ricordato il Vescovo.

L’immagine del Signore della vita che prepara un rifugio e salva dal drago la donna che ha appena partorito e il bambino, nel racconto dell’Apocalisse, ci ricorda – ha spiegato - che nelle pieghe della storia rimangono dei luoghi di accoglienza, di speranza e di luce anche in situazioni e in tempi difficili.

E’ il cielo, non lontano o astratto, che “può trasparire nelle vicende della vita quotidiana, laddove sembra invece che non ci siano più futuro, dove il momento fragile del mettere al mondo, di dare alla luce è esposto alla violenza dell’indifferenza, dell’egoismo, della ricerca di un bene individuale che non tiene contro di altri e di altro. Sembra infatti talvolta che siano le forze di male ad avere l’ultima parola, a dettare l’agenda delle piccole e grandi decisioni di questo nostro mondo “ ha ricordato mons. Tomasi.

Ricordando la tradizione, conservata nel tempo, del dono del cero da parte della città alla “Madonna granda”, il Vescovo Michele ha sottolineato come, “nella soluzione di conflitti piccoli e grandi, nella difesa della libertà, nello sforzo di uscire con la solidarietà dalla tragedia della guerra, nelle sfide grandi della pandemia, la città si è ritrovata e si ritrova come comunità civile, non come insieme disunito di individui.

E si raduna davanti ad una Madre, per ritrovare la fonte della fraternità necessaria a ri-generarsi. La fiamma del cero donato dal Sindaco e dal Comune rappresenta la luce – piccola, debole talvolta – che può venire solamente da una concordia di impegno per il bene di tutti”.

“Questo dono rappresenti la nostra fiducia nella vita, nelle risorse e nella dignità della persona, nel futuro - ha concluso mons. Tomasi -. E possa illuminare le nostre speranze, dare consolazione, infondere coraggio”.
 

 


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