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28 marzo 2024

Oderzo Motta

Maurizio Stecca: "I vaccini mi hanno protetto"

L'oro olimpico della boxe Maurizio Stecca sta seguendo un percorso riabilitativo all'ospedale Oras di Motta

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Maurizio Stecca:

MOTTA DI LIVENZA - Nel 2021, sono stati oltre 200 i pazienti sottoposti ad un percorso di riabilitazione post COVID-19 presso l’U.O. di Pneumologia Riabilitativa dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza.

Una risposta forte alle conseguenze del virus, resa possibile dall’esperienza riabilitativa quasi ventennale di ORAS, che oggi è un punto di riferimento per il trattamento della sindrome da Long-Covid in tutto il Triveneto.

Una volta negativizzati e usciti dalla terapia intensiva, alcuni pazienti continuano ad accusare deficit respiratori importanti e a presentare quadri anatomici allarmanti. Per questi soggetti, la riabilitazione respiratoria si rivela la terapia fondamentale per riconquistare autonomia nei movimenti, e rientrare così a casa, al lavoro, alla vita di tutti i giorni.
Tra di loro, attualmente in riabilitazione a Motta di Livenza c’è anche l’ex campione olimpico e mondiale di pugilato Maurizio Stecca. 58 anni, vaccinato con doppia dose, nel dicembre dello scorso anno Stecca è entrato in terapia intensiva all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Una volta ripresosi dall’infezione, è stato trasferito per la fase riabilitativa proprio all’ORAS.

«Dopo tanti titoli conquistati in carriera, mi ha fermato un avversario che nel ring non avevo mai incontrato: il COVID-19 – racconta Maurizio Stecca - Sono stato intubato per 4 giorni, per poi essere risvegliato e portato in pre-intensiva e in malattie infettive, dove sono rimasto altri 28 giorni.
Il trasferimento in ORAS si è reso necessario perché la riabilitazione richiede molto tempo, tranquillità e i giusti strumenti. Qui ho trovato medici e fisioterapisti eccezionali, che mi seguono e mi motivano ogni giorno, ma soprattutto palestre molto attrezzate. Tra ginnastica e allenamento quotidiano, mi sono subito sentito a casa. Sto progredendo ogni giorno, presto potrò tornare ad allenare i nuovi talenti della boxe e a occuparmi del Comitato Regionale del Veneto».

«Prima della pandemia di SARS-CoV-2, l’Unità Operativa di Pneumologia Riabilitativa si occupava di pazienti con patologie respiratorie croniche, o che avevano affrontato ad esempio un trapianto polmonare – spiega la dottoressa Maddalena Chizzolini, referente dell’Unità Operativa. Con il COVID-19 - ci siamo trovati in prima linea, e abbiamo messo a disposizione il nostro approccio multidisciplinare e i nostri strumenti: un team di professionisti che mette al centro ogni singolo paziente, per costruire percorsi su misura in grado di riconsegnarlo alla propria vita nelle migliori condizioni possibili.

Si tratta di un approccio metodologico particolarmente importante, perché un paziente non ha bisogno solo di fisioterapisti, internisti e pneumologi: ad esempio, ci sono pazienti per i quali qualsiasi attività quotidiana risulta estremamente faticosa, per cui il supporto di uno psicologo si rivela strategico per spronarli a migliorare ogni giorno. Per tutti, l’intervento di un logopedista, di un nutrizionista, di un cardiologo e di un fisiatra è fondamentale».
Maurizio Stecca conclude rivolgendosi agli sportivi che decidono di non vaccinarsi: «Non voglio gettare la croce su chi sceglie di non vaccinarsi: sono scelte, appunto. Ma io devo ringraziare la protezione dei vaccini se oggi sono qui a raccontare la mia storia.
Nella sua forma acuta, il COVID-19 è un avversario massacrante, che lascia strascichi importanti che possono compromettere una carriera sportiva. Tutti, ma soprattutto gli atleti, farebbero bene a tutelarsi, per poter continuare le proprie attività e la propria vita».

 


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