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22 marzo 2025

Cronaca

Mattia si è tolto la vita a 15 anni. Una giovane vita vittima del bullismo

Un grido d'aiuto inascoltato

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Mattia Marotta

Un messaggio straziante inciso nella pietra ricorda il dolore di un adolescente. Mattia Marotta, brillante studente di 15 anni, ha scelto di porre fine alla sua vita nell'aprile 2022, lasciando dietro di sé un monito che ora risuona nella piazzetta di Carbonia: "Siate consapevoli che le persone non sono eterne. Trattatele bene e con amore".

Il dramma di Mattia si è consumato in silenzio, nascosto dietro una facciata di normalità che ha ingannato persino i suoi genitori. Un ragazzo dotato di straordinarie capacità intellettuali, con una padronanza dell'informatica e dell'inglese fuori dal comune, finalista ai prestigiosi giochi matematici di Milano. Eppure, dietro questi successi si celava un'anima fragile, tormentata da un disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) che lo rendeva "difficile da gestire" per il sistema scolastico.

La scuola, luogo di crescita e formazione, si è trasformata per Mattia in un campo di battaglia. Derisioni al telefono, esclusioni da attività scolastiche, persino una gita negata. Il bullismo, subdolo e persistente, ha eroso giorno dopo giorno la sua autostima e la sua voglia di vivere.

 

Il Silenzio Assordante del Dolore
Il malessere di Mattia, come spesso accade in questi casi, è rimasto nascosto fino all'ultimo. I suoi sfoghi personali, iniziati nel 2019, sono emersi solo dopo la tragedia, rivelando un dolore profondo e inespresso. "Come posso dire a mia madre che non voglio più rimanere in questo mondo?", scriveva il giovane, intrappolato in un vortice di sofferenza che non riusciva a condividere.

Secondo recenti studi, il 54% degli adolescenti italiani ha subito atti di bullismo, con conseguenze devastanti sulla salute mentale. Il 7% delle vittime ha pensato al suicidio, mentre il 6% è arrivato ad autolesionarsi. Questi numeri allarmanti sottolineano l'urgenza di affrontare il problema con determinazione e consapevolezza.

 


La storia di Mattia dovrebbe aiutarci a riflettere. I genitori, ora impegnati nella lotta contro il bullismo con l'associazione "Le Ali di Mattia", lanciano un appello accorato: "Il malessere dei nostri figli è difficile da riconoscere, ma non possiamo permetterci di ignorarlo".

La sfida è complessa e richiede un approccio multidisciplinare. Scuole, famiglie e istituzioni devono collaborare per creare un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i ragazzi. È fondamentale implementare programmi di prevenzione efficaci e fornire supporto psicologico adeguato agli studenti in difficoltà.

Il sacrificio di Mattia non deve essere vano. La sua storia ci ricorda l'importanza di ascoltare, comprendere e agire prima che sia troppo tardi. È tempo di rompere il silenzio e affrontare il bullismo con la forza dell'empatia e della solidarietà.


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