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19 marzo 2024

Vittorio Veneto

Matrimonio in vista tra cantine

L’iniziativa in fase di rielaborazione fra le realtà cooperative del territorio

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Matrimonio in vista tra cantine

VITTORIO VENETO/CONEGLIANO - E’ un Presidente soddisfatto Stefano Zanette della Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto. I soci hanno dato il via libera al progetto di fusione per incorporazione della consorella di Sacile Fontanafredda. Ad operazione conclusa la dinamica realtà sociale di Via Campardo a San Giacomo di Veglia vedrà la propria produttività nella raccolta delle uve attestarsi intorno ai 400 mila quintali. Non si tratta di un dato qualsiasi soprattutto sotto il profilo qualitativo

 

“Di essi – sottolinea il Presidente – solo il 4% sarà rappresentato da uve rosse, il resto è “mondo Prosecco”, ovvero Prosecco doc e docg ed uve atte al taglio come il pinot bianco, lo chardonnay ed il pinot grigio”. “Allo stato attuale – precisa il general manager della Cantina di Conegliano Vittorio Veneto, l’enologo Lauro Pagot – la Cantina di Sacile Fontanafredda sviluppa una raccolta di circa 60 mila quintali, che sono destinati ad aumentare sulla base dei nuovi investimenti che i viticoltori intendono fare nel breve – medio periodo”. “La nostra Cantina – chiosa il direttore generale - ad operazione conclusa non solo consoliderà la sua posizione sul mercato”.

 

Queste sono in larga parte le motivazioni che hanno spinto la Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto ad uscire dall’alveo storico della provincia di Treviso e dare corpo ad un progetto tanto ambizioso, quando di rafforzamento anche sul piano della base sociale. “Non va dimenticato che l’incorporanda porterà con sé circa 300 soci, che aggiunti ai nostri significherà una base sociale complessiva di quasi 1.400 viticoltori per un totale di ettari a vigneto di 2.600 circa. Per noi non sono semplicemente numeri!”.

 

Per Stefano Zanette ed i suoi colleghi di Cda infatti la scelta di questo nuovo matrimonio con la consorella friulana nasce anche da una ragione etica: “Contribuire a garantire lo sviluppo economico della viticoltura in chiave solidaristica. Per meglio dire continuare a far sì che la formula di impresa cooperativa non venga soppiantata dai colossi privati a svantaggio dei piccoli e medi viticoltori”. “Non va tralasciato – sottolinea il Presidente Zanette – che da alcuni anni molti sono tornati a lavorare la terra riconvertendosi rispetto a quella che era stata la propria professione abituale.

Rossella Pagotto

 



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