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28 marzo 2024

Conegliano

Marco, l’ex del Calcio Conegliano che ora organizza i Mondiali in Qatar

Tagliariol lavora come Marketing Manager per Adidas Football: a Dubai da due anni per pianificare i Mondiali

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

marco tagliariol

CONEGLIANO - “Faccio il lavoro dei miei sogni”. Marco Tagliariol, 32enne di Pordenone, lo ammette candidamente. Lavora come Marketing Manager per Adidas Football, e da due anni vive a Dubai: lì si occupa della pianificazione dei Mondiali che si terranno in Qatar il prossimo dicembre. Eppure anche Marco è partito dai campi di provincia: ha fatto la trafila nelle giovanili del Calcio Conegliano, raggiungendo la finale nazionale della categoria allievi nel 2006. Ha debuttato in prima squadra nel 2007, dopo aver sacrificato gran parte del suo tempo libero tra viaggi in treno e in pulmino, allenamenti e partite. Sono passati tanti anni dai cross pennellati con il suo (ottimo) piede sinistro e dai primi amori calcistici. Il suo, però, era un destino già scritto.

 

“Lavoro per Adidas perché fin da ragazzino sono innamorato del brand – spiega -. A quei tempi, nonostante la mia fede interista, il mio idolo era Kakà. Compravo sempre le mie scarpe dopo aver controllato quali indossava lui”. Il brasiliano è stato uno degli atleti di punta del brand tedesco durante la sua carriera, e rimane un ambasciatore importante anche dopo il ritiro dal calcio giocato. Grazie al suo lavoro, nel 2017 Marco lo ha anche incontrato per la prima volta e conosciuto. “Qualcosa che pensavo di poter solo sognare”, racconta il 32enne. Il “Taglia” è l’ennesimo esempio di talento fuggito dall’Italia: dopo essersi laureato in Bocconi, ha infatti iniziato a girare il mondo.

 

La consapevolezza che ha guidato tutte le scelte fatte successivamente è arrivata dopo la prima esperienza in Canada: “Ho capito che all’estero avrei potuto imparare e maturare di più come persona”. Dopo aver conseguito la laurea specialistica alla Copenhagen Business School in Danimarca, nel 2013 Marco ha iniziato il suo percorso con Adidas, nel quartier generale dell'azienda in Germania. Dal 2018 fa parte del team responsabile della strategia di marketing e di prodotto - la sua vera passione - nel dipartimento “Football”. Nel 2020 si è trasferito a Dubai, per curare in prima persona la pianificazione del mondiale di calcio. Un lavoro che ha occupato gli ultimi due anni della sua vita, in una città in cui si trova a suo agio.

 

“Lavoro in Adidas da 9 anni, da quando ho iniziato la mia carriera professionale. Non sono mai stato in nessun’altra azienda, perché non ho mai sentito il bisogno di lasciare questa realtà”, dice il giovane. Nel 2015, durante una breve parentesi italiana, si è occupato delle relazioni con gli atleti Adidas delle squadre di serie A.

 

 

Recentemente hai pubblicato delle bellissime foto del Qatar. Che evento era?

A fine marzo abbiamo rivelato al pubblico il pallone ufficiale del mondiale. Per lanciarlo in modo significativo abbiamo organizzato un evento nel deserto poco fuori Doha, e abbiamo invitato media partners, influencers, giornalisti per raccontare le specifiche del nuovo prodotto e gli elementi che ne hanno ispirato il design.

 

C'era anche qualche nome grosso…

Abbiamo sorpreso i nostri ospiti con un cameo da parte di Kakà, Iker Casillas e Michel Salgado, personaggi che sono entrati nella storia dei mondiali di calcio e del brand Adidas. I ragazzi hanno disputato una breve partita di calcio a 5 insieme a un gruppo di giovani originari del medio oriente, maschi e femmine. Questo per promuovere l'inclusione nel mondo del calcio, contro le discriminazioni di genere, razza o religione. Un credo molto forte per il nostro brand, che continueremo a rappresentare fino al Mondiale e oltre".

 

Per un periodo hai seguito i giocatori di serie A. Una bella fortuna…

Decisamente. Fino ad oggi il lavoro più divertente che abbia mai avuto, anche se non è sempre stato rose e fiori. Ero il responsabile delle relazioni e del servizio dei nostri atleti, li visitavo durante gli allenamenti per discutere delle loro esigenze e raccogliere feedback sui prodotti che forniamo loro. Chi meglio degli atleti di spicco può informare la creazione di un prodotto performante per tutti? Andare allo stadio ogni domenica e frequentare i centri di allenamento di squadre come Inter, Milan o della Nazionale sono esperienze che piacerebbe fare a ogni appassionato di calcio. Sono molto fortunato ad averne avuto l'occasione.

Il giocatore che ti ha impressionato di più?

In generale e in base alla mia esperienza personale, posso dire che i più affermati e "anziani" sono i più professionali. Sanno quello che vogliono, non hanno bisogno di atteggiarsi e sono molto rispettosi della figura professionale altrui. Il più divertente con cui abbia lavorato è Daniele De Rossi. Avendolo visto solo in tv avevo dei preconcetti, che sono caduti in pochissimi secondi dopo averlo incontrato di persona. Simpaticissimo, ma al tempo stesso serio e concreto nelle nostre interazioni.

 

Ti sei mai emozionato?

Mentirei se dicessi di no. All'inizio un po' di timore reverenziale c'è stato. Ma realizzi presto che tu stai facendo il tuo lavoro, loro stanno facendo il loro ed entrambi abbiamo interesse a comunicare in modo trasparente e sullo stesso piano. Alcuni sono diventati amici e li sento tutt'oggi, anche se la domenica di fronte alla tv qualche insulto vola comunque...

 

Una storia romantica su Adidas?

Da appassionato di prodotto e di scarpe da calcio in particolare (ha una collezione di oltre 40 paia raccolte negli anni, tutte Adidas, ndr), indubbiamente quella di Toni Kroos. Dal 2013, Toni indossa lo stesso modello di scarpa in un colore specifico, la 11Pro bianca e celeste. Ne è innamorato, e ha rinunciato a buona parte della sua sponsorizzazione in cambio di una fornitura perpetua di questo modello in questo colore, ormai fuori produzione dal 2014. In un solo episodio, nel 2021, ha provato in allenamento una scarpa nuova, speravamo che diventasse il principale endorser di quel modello. Finì con un nulla di fatto. Una storia unica nel suo genere.

 


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Roberto Silvestrin

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