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28 marzo 2024

Treviso

Manifesti no-gender affissi a Treviso: "Vanno oscurati". Il sindaco: "Non li toglieremo"

Coalizione Civica scrive a Conte: "Affissioni che non rispettano la normativa"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

manifesti Pro Vita

I manifesti di Pro Vita

TREVISO - A Treviso è polemica per i manifesti no-gender affissi dall’associazione “Pro Vita e Famiglia” in diversi punti della città con la scritta “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini. #Stopgender”. La lista civica Coalizione Civica ha chiesto ufficialmente al sindaco Mario Conte di provvedere all’oscuramento dei manifesti.

“Ritengo che non rispettino quanto disposto dalla legge n. 156 del 9 novembre 2021 in materia di divieti sul contenuto delle affissioni stradali”, spiega Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica, che ha scritto una lettera al primo cittadino. “La legge vita sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell'appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”. “Per questi motivi chiedo di provvedere urgentemente al loro oscuramento così come, ad esempio, è stato avviato dall’amministrazione comunale di Novate Milanese, il comune in cui gli stessi manifesti sono apparsi nel mese di settembre. Le chiedo, inoltre, che l’amministrazione comunale si faccia carico per il futuro di verificare che non vengano più affissi in città manifesti il cui contenuto sia in contrasto con la citata disposizione di legge”.

 

Alla richiesta il sindaco Conte ha risposto con un secco “no”. I manifesti, al momento, resteranno dove sono. “Queste sono affissioni a pagamento, verificheremo il regolamento ma se i manifesti di Pro Vita sono consentiti dalla normativa non li toglieremo - risponde Conte - . Sono temi che qualcuno può condividere, altre persone possono essere contare, ma credo vada rispettato il pensiero di tutti. Sui contenuti non voglio dare giudizi”.

 


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Isabella Loschi

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