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18 aprile 2024

Treviso

Mancano giudici, Treviso maglia nera in Veneto

Si contano solo 38 giudici, di cui 26 ordinari e 12 onorari, contro i 46 previsti in pianta organica

| Isabella Loschi |

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giustizia a Treviso

TREVISO - Treviso si conferma fanalino coda rispetto alle altre province venete per numero di imprese per giudice. Ciascun giudice trevigiano è chiamato a farsi carico di 1.836 realtà produttive, 26 in più rispetto al 2019, in cui se ne contavano 1.810.

Un primato negativo che la Marca mantiene anche considerando il rapporto giudice-abitanti: 18.496 (18.111 lo scorso anno) a fronte di un media veneta pari a 13.482 e una nazionale di 8.932. Treviso doppia notevolmente la media del Paese. “Serve la riforma della giustizia civile, tema non nuovo, ma di stringente attualità nel post Covid, un elemento centrale per ripensare uno sviluppo della Marca Trevigiana”, le parole di Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, commentando il report annuale sullo stato delle Giustizia in provincia.

A Treviso c’è un giudice civile ogni 23.363 abitanti, un rapporto superiore del 55.7% rispetto alla media nazionale, e ogni 2.319 imprese (+53.2% rispetto alla media italiana). Altra nota dolente della provincia è il tasso di scopertura, cioè quanti giudici mancano rispetto all’organico stabilito. Ed è in particolare la giustizia civile trevigiana a soffrirne. Si contano infatti solo 38 giudici, di cui 26 ordinari e 12 onorari, contro i 46 previsti in pianta organica. Di fatto, un tasso di scopertura del 17.4% contro il 10,97% veneto e l’12.7% del sistema Paese. Ciò incide negativamente sulle cause civili sia aperte che pendenti.

A Treviso nel 2019 se ne contano 15.052, dato che posiziona la Marca al secondo posto tra le province venete. La media regionale è di 12.196 e quella italiana è di 14.215.

“Questa situazione della giustizia civile”, sottolinea Sartor, “penalizza l’economia di un territorio che ha nella manifattura la sua specificità e nelle esportazioni il suo valore aggiunto. La crisi Covid deve diventare l’occasione per imprimere un’accelerazione ad alcune prassi e modelli organizzativi della Giustizia da applicare in futuro come, per esempio, il consolidamento della digitalizzazione del processo, nel rispetto dei diritti fondamentali che lo governano. Per quanto riguarda la Marca, è urgente per le realtà produttive e i cittadini che gli organici della giustizia vengano celermente implementati”.

Nonostante le carenze di organico, l’efficienza della macchina della giustizia civile trevigiana è confermata dalla riduzione dei tempi medi dei procedimenti, passati da 300 giorni del 2017 ai 284 del 2018, sino ai 248 del 2019 performance di gran lunga migliore di quella nazionale attestata ai 356 giorni.

“Un plauso ai giudici trevigiani per l’impegno - dice Sartor - ma si tratta di piccoli segnali che ancora non incidono in maniera determinante sui tempi della giustizia. Un fattore che incide negativamente non solo sulla vita dei cittadini, ma anche sulla competitività delle nostre imprese”.

 


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