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25 aprile 2024

Treviso

Magdi Allam: "Ha giurato il falso, ministro Kyenge si dimetta!"

Fratelli d'Italia e il leader di "Io Amo l'Italia" contro lo ius soli

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Magdi Allam:

TREVISO - Fratelli d'Italia contro il ministro all'integrazione Cécile Kyenge. Se solo domenica scorsa la ministra era stata accolta con grande calore alla festa multiculturale di Giavera del Montello, “Ritmi e danze dal mondo”, ieri in piazza Indipendenza a Treviso ne sono state chieste le sue dimissioni.

 

Promotore dell'iniziativa la sezione trevigiana di Fratelli d'Italia il partito fondato da La Russa, Meloni e Crosetto, retto in provincia da Marina Buffoni, che nel pomeriggio di ieri ha presentato la petizione attraverso la quale chiedere le dimissioni del ministro. Un'ottantina circa le firme raccolte ieri al gazebo. Certo non un grande successo per la petizione, sostenuta anche dall'eurodeputato di origini egiziane Magdi Cristiano Allam, arrivato a Treviso con tanto di scorta al seguito: «La ministra Kyenge ha giurato il falso nel momento in cui ha giurato di servire l'interesse esclusivo della nazione italiana e contraddicendosi subito dopo quando ha detto che non potrebbe mai essere totalmente italiana. Per questo noi chiediamo le sue dimissioni».

Magdi Cristiano Allam e Marina Buffoni

«Io non condivido in alcun modo - ha dichiarato il leader del movimento Io amo l'Italia - l'immagine che la Kyenge da dell'Italia definendolo un “paese meticcio”. L'Italia è degli italiani e la priorità deve essere data alla salvaguardia e difesa degli italiani. Diversamente finiremo per soccombere». «Credo - afferma Allam - nel rispetto delle persone in quanto tali, ma non sposo le idee di chi parla di cittadinanza da concedere secondo il modello dello ius soli: inconcepibile questo automatismo tra chi nasce in Italia e la cittadinanza. Non vorrei - afferma Allam - che l'Italia diventasse terra conquista per tutte quelle donne in gravidanza, per acquisire tutti quei diritti concessi ad un cittadino italiano».

 

«Noi - sottolinea l'eurodeputato - siamo per una cittadinanza qualitativa fatta di valori e regole. Siamo per un modello di integrazione dove prima ci sono doveri e regole e poi i diritti e le libertà. Sbagliato concepire la cittadinanza su parametri quantitativi. No, dunque, allo ius soli. La nostra responsabilità - conclude – è di assicurare che gli italiani siano capaci di far rispettare la propria civiltà. Oramai siamo piombati in un relativismo che ci ha portato a non avere più la certezza di chi siamo».

 



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