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25 aprile 2024

Treviso

Maestre d’asilo a casa da fine febbraio e senza ammortizzatori sociali

La Regione sta studiando un assegno ad hoc per le educatrici delle Ipab

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

asilo

TREVISO – Maestre d’asilo a casa da fine febbraio a causa dell’emergenza Coronavirus e senza ammortizzatori sociali. Ora per loro è allo studio della Regione un assegno straordinario ad hoc.

Sono in via di quantificazione le risorse non ancora impegnate ed utilizzate del Fondo Sociale Europeo e si sta studiando il loro reindirizzo a favore di educatori, educatrici e personale di servizio delle Ipab, che gestiscono servizi per l’infanzia.

Si parla di una cinquantina di istituzioni pubbliche di assistenza e di beneficenza, che offrono asili nido, scuole d’infanzia, servizi educativi per bambini e adolescenti.

 

“Gli ammortizzatori sociali in deroga introdotti dal governo non coprono molte categorie di lavoratori colpite dalle sospensioni, e tra questi i dipendenti delle scuole paritarie gestite da Ipab - spiega l’assessore regionale al lavoro e alla scuola Elena Donazzan -. Il decreto-legge, che in queste ore è in fase di conversione in legge in Parlamento e per il quale ho chiesto un aumento delle risorse assegnate al Veneto (anche alla luce dell’introduzione anticipata di alcune limitazioni alle attività economiche a causa dell’emergenza Covid-19 avvenuta nella nostra regione), non contempla questa categoria di lavoratori”.  

 

“Nonostante l’avvenuto recepimento di alcune modifiche, legate alla peculiarità del nostro tessuto economico e sociale e rappresentate in sede di Conferenza Stato-Regioni dal vicepresidente Forcolin – continua l’assessore - il decreto-legge governativo lascia di fatto scoperti dagli ammortizzatori sociali molti soggetti. Se da un lato, infatti, il Veneto è riuscito ad ottenere l’equiparazione di datore di lavoro privato per gli enti religiosi così come per gli enti della formazione professionale, dall’altro il decreto non tiene conto dei lavoratori dei servizi per l’infanzia dipendenti da un ente di diritto pubblico, come le Ipab“.   

 

“In Veneto 4 bambini su 10 in età 0-6 anni frequentano un nido o una materna paritaria – conclude l’assessore regionale –. Si tratta di un servizio educativo pari a quello erogato dal pubblico, e che lo Stato sostiene solo in minima parte. Non possiamo pensare di penalizzare una parte così importante di una realtà vitale per il territorio, per le famiglie e le imprese del Veneto”.

 


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