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29 marzo 2024

Cronaca

Madre e figlia impiccate, la donna lascia una lettera d'addio

Il marito le ha trovate nella casa di campagna vicino a Santo Stefano di Camastra (Messina). La Procura dispone l'autopsia sui cadaveri

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Madre e figlia impiccate, la donna lascia una lettera d'addio

ITALIA - Mariolina Nigrelli, la donna di 40 anni trovata ieri sera morta impiccata con la figlia Alessandra di 14 anni, nella casa di campagna alla periferia di Santo Stefano di Camastra (Messina), ha lasciato, come apprende l'Adnkronos, una lunga lettera di addio sul tavolo della casa di campagna in cui sono stati scoperti i due cadaveri. La donna ha indirizzato la lunga lettera, scritta a mano, al marito, Maurizio Mollica, un fabbro molto noto nel piccolo paese del messinese conosciuto per le ceramiche artistiche in cui si legge, tra l'altro: "Porto via con me Alessandra", raccontando di alcune difficoltà. La ragazza di 14 anni frequentava la terza media a Santo Stefano di Camastra. Al momento la pista più accreditata è quella dell'omicidio-suicidio, avvalorata anche dalla lettera d'addio della donna. Anche se, comunque, gli inquirenti non escludono altre piste. Sul posto, per tutta la notte, il Procuratore capo di Patti Angelo Vittorio Cavallo, che ha raggiunto la casa di campagna in cui è avvenuta la tragedia, e il sostituto Andrea Apollonio, che coordinano l'inchiesta sulla morte di madre e figlia. Le due donne sono state trovate impiccate, a poca distanza l'una dall'altra. A trovare i cadaveri è stato il marito della donna, Maurizio Mollica, arrivato nella casa di campagna poco dopo le 19.30, in compagnia di due parenti. L'uomo è stato sentito per tutta la notte dagli inquirenti. Ha pianto per tutto il tempo, come si apprende, raccontando di rapporti "tesi", soprattutto, negli ultimi tempi con la moglie. L'uomo, nel pomeriggio, insospettito perché la donna non rispondeva al telefono, ha raggiunto con la propria macchina la loro casa di campagna in contrada Letto Santo, a circa otto chilometri dal centro abitato, località nota anche dal punto di vista turistico per la presenza dell’omonimo Santuario che domina dall’alto tutta la vallata dell’Halaesa. Arrivato qui avrebbe scoperto i corpi senza vita delle due donne. E ha subito chiamato i carabinieri. Nella tarda serata di ieri, raggiunto al telefono, il procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo si è limitato a dire all'Adnkronos che "è ancora presto per fare valutazioni" e che si aspettava l'esame medico-legale. Sarà disposta tra domani e martedì, come apprende l'Adnkronos, l'autopsia sui corpi che sarà eseguita, con ogni probabilità, martedì mattina al Policlinico di Messina. Nel frattempo è stata trovata la lettera di addio, in mano agli inquirenti, che potrebbe dare delle spiegazioni a quanto accaduto in quella casa di campagna.

 

LA LETTERA D'ADDIO - "Mi spiace, chiedo perdono" è uno dei passaggi della lettera, come apprende l'Adnkronos. Nella missiva, molto lunga, trovata dagli inquirenti sul tavolo della cucina, la donna spiega il motivo del gesto e chiude scrivendo: "Porto via con me Alessandra". Lo scorso 19 maggio, la donna aveva condiviso un post su Facebook dal profilo 'Emozioni del cuore' in cui si leggeva: "Alcuni figli non capiranno mai la tacita supplica di un genitore che ti mette in guardia da qualcosa. Quando un genitore ti chiede di non fumare ti sta chiedendo solo di vivere più di lui. Quando un genitore ti chiede di non uscire con determinate persone è solo perché quelle persone potrebbero farti del male. Quando un genitore ti chiama più volte al cellulare non lo fa perché vuole darti fastidio, è solo che la sua anima freme nel saperti a casa sano e salvo. Un genitore non ti dà mai il peggio né te lo augura. Un genitore ti ama e ti supplica di avere una vita migliore e più felice della propria". E la donna aveva aggiunto, in dialetto: "Infatti si dice mettiti con quelli migliori di te". Aggiungendo: "Mi fate solo schifo". Gli inquirenti stanno cercando di capire a cosa si riferisse.

 

IL MARITO E I FAMILIARI - Una lite, l'ennesima, i messaggi di fuoco, poi la ricerca disperata di moglie e figlia fino al ritrovamento dei corpi senza vita appesi a una trave. E' quanto ha raccontato, nella notte, come apprende l'Adnkronos, Maurizio Mollica agli inquirenti che lo hanno sentito dopo il ritrovamenti dei corpi della moglie Mariolina e della figlia Alessandra. L'uomo ha pianto a lungo nella notte e ha raccontato delle continue liti recenti con la moglie sulla gestione della figlia. La ragazza , come ha raccontato all'Adnkronos anche il parroco, "si sentiva emarginata" e spesso la madre litigava con le altre madri delle compagne di scuole della giovane. Poi, ieri sera, il macabro rinvenimento nella casa di campagna. "Negli ultimi mesi sembrava preoccupata per la figlia Alessandra. Aveva litigato anche con le mamme di diverse compagne di scuola della ragazza. Era molto apprensiva" hanno raccontato agli inquirenti alcuni familiari della donna. I familiari sono stati ascoltati, come apprende l'Adnkronos, per tutta la notte.

 

IL PARROCO - "Siamo tutti sgomenti, sono tragedie che agghiacciano il cuore e mettono inquietudine. Conoscevo bene la piccola Alessandra. L'avevo accompagnata alla prima comunione...". Padre Calogero Calanni, parroco della Chiesa San Nicolò di Bari di Santo Stefano di Camastra, fa fatica a parlare. Non riesce a capacitarsi per la morte di Mariolina e della figlia Alessandra. Racconta all'Adnkronos che la ragazza "si sentiva spesso emarginata, non era accolta positivamente dal contesto scolastico". "Ci poniamo adesso delle domande - dice - cosa si poteva fare per esser più attenti e premurosi verso ogni famiglia, ognuno di noi è un mistero". La famiglia di Alessandra "seguiva la ragazza", dice ancora. "Poi c'è stata la fase del Covid che ha bloccato tutto, in questo periodo lungo del coronavirus - racconta ancora il parroco - e ha amplificato anche alcuni problemi e l'amarezza dell'esser soli, del non aprirsi". E dice che ieri sera "il paese è rimasto attonito, raggelato da questa terribile notizia". "Chissà cosa è accaduto nella testa della madre, per fare quello che ha fatto".

 

IL SINDACO: "CHI SA PARLI" - "Adesso è il momento del dolore e della solidarietà che deve spingere ognuno di noi stefanesi a stare accanto a Maurizio, ai familiari tutti che si trovano a vivere un momento drammatico. E' anche il momento in cui chi fosse eventualmente a conoscenza di fatti e circostanze utili a facilitare gli inquirenti a ricostruire quanto accaduto, si metta immediatamente a disposizione degli stessi e collabori" è l'appello lanciato dal sindaco di Santo Stefano di Camastra, Francesco Re. "Quando accadono fatti come quelli di ieri - dice - c'è sempre una responsabilità collettiva che deve spingere tutti a riflettere su quanto e di più poteva e doveva essere fatto per supportare condizioni di fragilità psicologica amplificate da 15 mesi di isolamento e di restrizioni sociali patiti a causa dell'emergenza Covid". "S.Stefano di Camastra, nota ovunque oltre che per la bellezza delle sue ceramiche anche per la proverbiale ospitalità ed accoglienza della sua gente, è sconvolta dai tragici fatti accaduti ieri che hanno distrutto la vita di una intera famiglia", conclude.

 



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