La madre di Mattia Battistetti a Bologna sul palco del Primo Maggio per raccontare la morte del figlio
«Mio figlio Mattia morto a 23 anni in cantiere, partito per la guerra disarmato di sicurezza»

MONTEBELLUNA / BOLOGNA - Il Primo Maggio a Bologna ha ospitato tra le testimonianze più toccanti quella di Monica Michielin, madre di Mattia Battistetti, il giovane operaio morto il 29 aprile 2021 in un cantiere edile a Montebelluna. Travolto da un bancale di 15 tonnellate, Mattia aveva 23 anni. Da allora, sua madre non smette di chiedere verità e giustizia. «Quel giorno mio figlio non è andato a lavorare, è partito per una guerra, disarmato di sicurezza», ha dichiarato dal palco, ricordando con dolore l’attimo in cui vide il corpo del figlio sotto un lenzuolo bianco. «Da quel momento nulla è stato più come prima», ha aggiunto. Mattia era conosciuto per la sua generosità: sempre pronto ad aiutare gli amici in difficoltà, gli immigrati, i disabili. Lavorava anche 14 ore al giorno, ma non si lamentava mai.
Ora, per la sua morte, sei persone sono sotto processo, per la rottura dell'ingranaggio che fece precipitare il carico di materiale edile uccidendo Mattia. Monica è presente a ogni udienza: «Ogni volta è una ferita aperta, ma glielo devo: la verità è che in quel cantiere mancava la sicurezza». Dopo la tragedia, racconta, apparvero all’improvviso cartelli di sicurezza che fino a poco prima non c’erano. «Ci sono le foto a dimostrarlo». Per Monica, il Primo Maggio non è una festa: «Ogni lavoratore che non torna a casa è una sconfitta dello Stato e della società».
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