L'originale protesta del Comitato genitori di Pederobba che chiede la riapertura delle scuole
Grembiulini non indossati e cartelle, per così dire, appese al chiodo, o meglio, messe su finestre e cancelli
PEDEROBBA - Grembiulini non indossati e cartelle, per così dire, appese al chiodo, o meglio, messe su finestre e cancelli: questa è stata l'originale protesta del Comitato Genitori di Pederobba, per cercare di sensibilizzare istituzioni e popolazione sulle difficoltà vissute dalle famiglie per il ritorno alla Didattica a distanza, dopo il passaggio del Veneto a zona rossa. "Stiamo ricevendo molto riscontro: non solo la proposta, quando è stata fatta è stata accolta senza difficoltà dai genitori di Pederobba, ma anche i paesi vicini hanno manifestato con i grembiuli alle finestre, grazie ad un semplice passa parola e sono in molti che continuano a chiedere dell'iniziativa" spiega Silvia Saran, presidente del Comitato genitori "credo che il disagio che ci ha spinto a far sentire la nostra voce, sia condiviso da molte famiglie."
Silvia mette in campo la sua esperienza personale: mamma di due gemelli di seconda media e di un altro bimbo in quarta elementare, con un lavoro che la porta fuori casa: "Abbiamo sotto gli occhi il disagio dei nostri figli, le difficoltà degli adolescenti, ma anche quelle dei più piccoli. Dad non è solo seguire le lezioni da casa: significa non tener conto della diversità dei ragazzi, che hanno modi di apprendere diversi, alcuni hanno bisogno di più stimoli, altri con la Dad diventano proprio invisibili e si nascondono nel loro cantuccio. La Dad acuisce il divario tra gli studenti bravi e chi avrebbe bisogno di essere più seguito. A questo, si aggiunge il fatto che molte attività economiche, a differenza del primo lockdown, questa volta non hanno chiuso, quindi i genitori lavorano."
"La Dad mette a dura prova le famiglie, i nonni che non sempre riescono a far seguire le lezioni" conclude Silvia: "la nostra non è una protesta, ma un invito ad affrontare il problema. Non chiediamo di riaprire immediatamente, ma di riconsiderare le chiusure almeno dopo Pasqua e dare attenzione alle difficoltà reali dei nostri ragazzi. Continuare in queste condizioni fino a giugno, significa perdere un altro anno di scuola: non è possibile."
Una protesta di forte valore simbolico, portata avanti nel pieno rispetto delle reegole legate all'emergenza sanitaria. "Abbiamo evitato con cura ogni assembramento e anche qualsiasi polemica: sentiamo la resposabilità di questo periodo, ma nello stesso tempo, come genitori, vorremmo dire che la scuola si è mostrata un luogo sicuro, attento alle regole. Le scuole di Pederobba non hanno avuto alcun focolai" conclude un altro genitore, Alessandro Berlese "In questi mesi, gli insegnanti hanno portato avanti il loro lavoro con coraggio: ora speriamo che chi di dovere, accolga la nostra segnalazione."