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19 aprile 2024

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L'Opitergina scende in campo, anche se on-line

Allenamenti in modalità videoconferenza per il settore giovanile biancorosso

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ODERZO - L’emergenza sanitaria non ferma l’attività sportiva, anche se solo online. E gli incontri della squadra, seppur a distanza, lungi dall’essere solamente una parentesi ludica, acquistano anche un valore sociale. Se n’è accorta la società, lo hanno provato in prima persona i vari allenatori del settore giovanile. Lo sanno bene soprattutto loro, i giovani calciatori.

Accade a Oderzo: l’Opitergina Cacio infatti non ha dimenticato nessun tesserato e promuove un progetto di allenamenti via computer anche per giocatori più piccoli. Un progetto da una parte innovativo, dall'altro se si vuole, nel solco della tradizione societaria: indietro non rimane nessuno.

Lo ha spiegato il responsabile dell’attività di base Gianluca Serafin (nella foto), impegnato anima e corpo in un progetto che, al di là del significato puramente atletico, rappresenta un po’ un unicum nel panorama sportivo locale.
E dunque allenamenti tutti i giorni in sedute da 40 minuti, il minutaggio consentito dalla piattaforma utilizzata per i collegamenti. A volte anche due sedute al giorno.

Serafin, in cosa consiste il progetto?
«Ci colleghiamo con tutti i nostri piccoli calciatori attraverso una piattaforma web, spesso utilizziamo “zoom”. I più piccoli stanno affrontando degli allenamenti tutto sommato normali se così si può dire. Si tratta di un appuntamento fisso importante per i ragazzi. I quali hanno un impegno fisso nel corso della giornata, insieme ovviamente alla scuola. Per un bambino l’impegno programmato rappresenta un valore che impara a coltivare nella crescita».

Un appuntamento anche per la famiglia…
«Anche questo è un valore imprescindibile. Perché oltre al bambino è coinvolto anche il nucleo familiare. Per noi allenatori si tratta di una grande responsabilità. E a volte gli stessi genitori diventano protagonisti».

Perché?
«Da una parte filmano i ragazzini che così possono esprimersi nel gesto sportivo più liberamente, dandoci una grossa mano. Dall’altro promuoviamo delle cosiddette sfide con i genitori stessi. Un po’ per garantire della sana competitività. Un po’ per coinvolgere le famiglie. Per una società come la nostra, da sempre attenta all’aspetto sociale, è basilare».

Ma non solo allenamenti…
«Promuoviamo anche altro, dai giochi ai quiz. Oppure gli stessi ragazzi lanciano le sfide ai loro allenatori, tutto in un clima di grande spontaneità e, direi, quasi familiarità. Abbiamo chiesto ai ragazzi, ad esempio, di organizzare un torneo di calcio balilla costruendo con dei cartoni e del materiale di tutti i giorni dei piccoli campetti. I giocatori erano realizzati delle semplici mollette per appendere i panni».

Proseguirete fino a quando?
«Certamente fino a fine maggio, poi vedremo. Questi appuntamenti regalano anche un po’ di normalità. I nostri giovani e giovanissimi partecipano agli incontri con il sorriso. Per dire: a Pasqua abbiamo sentito i nostri giocatori per sapere come passavano la vacanza. Un momento bello e toccante, per tutti».
 

 

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