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29 marzo 2024

Esteri

L'italiana di Tel Aviv sotto i razzi: "Sorpresi da escalation, tutta la notte nei rifugi"

Il racconto di Giordana Tagliacozzo Treves, presidente della onlus Yedidei Beit Italia che dal 2011 vive in Israele: "Sembra un film, ma è tutto vero"

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L'italiana di Tel Aviv sotto i razzi:

ISRAELE - Si dice ''sorpresa da una escalation così rapida'' e allo stesso tempo ''molto preoccupata'' Giordana Tagliacozzo Treves, presidente della onlus Yedidei Beit Italia che dal 2011 vive a Tel Aviv. All'Adnkronos racconta di una notte insonne, quella appena trascorsa. Una notte caratterizzata dal lancio di razzi ''alle nove meno un quarto e poi ancora alle 3 di notte. Siamo stati svegli tutta la notte aspettando la sirena''.

 

Treves racconta che ''ieri sera ci sono stati effettivamente 130 missili e siamo andati tutti nel rifugio. E' una sensazione molto difficile da spiegare a chi non l'ha provata. Sembra un film invece è tutto vero'', spiega ad Adnkronos. ''E poi ci sono i bambini che bisogna cercare di tranquillizzare'', aggiunge. ''Gli israeliani che si trovano al sud è già da molto tempo che vivono in una situazione di allerta. Invece a Tel Aviv è dal 2014 che non c'erano gli allarmi'', dichiara. ''Una escalation così rapida ci ha sorpreso'', ha proseguito, ammettendo che ''gli israeliani di nascita sono più abituati, anche se nessuno si abitua a un missile sopra la testa. A me che sono 'più nuova', fa ancora più impressione''.

 

'Poveri bambini, bisogna tranquillizzarli'

''Bisogna tranquillizzare i bambini quando si va nelle stanze di cemento armato, quelle sicure che in alcuni appartamenti ci sono, ma non in tutti - racconta Treves - Quando non ci sono bisogna andare nei rifugi pubblici. A Tel Aviv si ha tempo un minuto e mezzo per andare nel rifugio, mentre nelle città vicine a Gaza, sul confine, si hanno sette secondi. Immaginate i poveri bambini da entrambe le parti che hanno paura di non farcela. Di solito si fanno dormire nelle stanze protette, ma non è comunque facile. Perché si sentono tutti i rumori. Quando vengono intercettati si sente il rumore, anche di quelli che non cadono. E poi per dieci minuti non si può uscire dal rifugio perché quando sono stati intercettati poi cadono pezzi di missili. E' pericoloso perché non si sta dove cadranno''. ''Spero che si raggiunga un qualche accordo, una soluzione. Anche se ci hanno detto non dobbiamo aspettarci una cosa rapida'', ha concluso.

 



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