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18 aprile 2024

Ambiente

L'Italia consuma meno energia, nel 2013 risparmiate 173 milioni di tonnellate di petrolio

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L'Italia consuma meno energia, nel 2013 risparmiate 173 milioni di tonnellate di petrolio

Nel 2013 i consumi lordi di energia primaria sono scesi a 173 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, l'1,9% in meno rispetto al 2012 e per il 2014 si prevede una ulteriore contrazione. Lo rileva il rapporto Ambiente Italia 2015 secondo il quale è proseguita una forte contrazione dei consumi petroliferi e di gas e una crescita delle fonti rinnovabili e che è tornata a migliorare l'efficienza energetica dei processi di produzione e di consumo.

Nel 2014, invece, ha fortemente rallentato la corsa delle rinnovabili, che pure continuano a crescere sia in termini assoluti che come quota sul totale della produzione energetica. In termini di produzione elettrica è ancora cresciuto il fotovoltaico (+10%), ed è rimasta stabile la produzione eolica. Nel 2014, il 44% della produzione nazionale di energia elettrica deriva da fonti rinnovabili (102.000 GWh da idroelettrico, geotermico, eolico e fotovoltaico e circa 17.000 stimate da biomassa, rifiuti e bioliquidi), il massimo mai raggiunto, in crescita ulteriore rispetto al 2013 (era circa il 39%).

Nel settore elettrico, in particolare, l'Italia diventa il terzo principale produttore europeo di elettricità derivante sia dall'insieme delle rinnovabili (dopo Germania e Svezia) sia dalle rinnovabili non idroelettriche (dopo Germania e Spagna).

La recessione e la conversione energetica hanno poi consentito all'Italia di abbattere significativamente negli ultimi anni le emissioni climalteranti. Dopo una forte crescita tra il 1990 e il 2005, nel 2013 le emissioni climalteranti sono il 16% inferiori a quelle del 1990.

"Ciò che è straordinario- sottolinea Legambiente - è che tutto ciò è avvenuto in assenza di politiche pubbliche e di investimenti mirati tanto che in Italia alcune questioni ambientali continuano a ripresentarsi sostanzialmente senza soluzione: la concentrazione di Pm10 (e delle frazioni più fini), resta elevata e il 30% della popolazione è esposto a concentrazioni superiori alla norma".

 



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