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29 marzo 2024

La lingua batte dove il clito-ride!

Categoria: Scienze e tecnologie -

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Francesca Salvador | commenti |

 

 

Scusate tanto, ma non ho resistito!

 

Tutto  parte una settimana fa.

 

Leggo un pezzo di quel pazzo di Barnard, immanentemente misogino, con un guizzo di ammirazione per il genere femminile (subitamente sconfessato) e penso… questo voglio proprio riportarlo sul blog!

 

Ma… chissà se è fattibile?

 

Mmhh che ne dirà la redazione di trovare la parola clitoride in prima pagina di Oggitreviso?

 

Certo, è un pezzo di  costume,  ma non vorrei mettere in imbarazzo nessuno.

 

Afferro  il cellulare e mando un SMS alla magnifica direttora.

"Ciao Emanuela, come va?

Secondo te posso postare un pezzo  che ha nel titolo la parola 'clitoride'?"...

 

Bip bip, la risposta non si fa attendere…

"Che bella parola!" (seguita da numerosi cuoricini…)

 

Eddai, è fatta!

 

La sera, lo racconto al mio quasi-moroso davanti a una pizza…

 

Devo trovare un titolo carino…

 

E lui ... "la lingua batte dove il clito-ride"

 

Santa pazienza, come direbbe mia nonna!

E alzo gli occhi al cielo sbuffando.

Eh sì, è proprio una vecchia battutaccia da bar.

 

E adesso, eccomi qui.

 

Sono di ritorno da un interessante seminario alla fondazione Benetton di Treviso su "Le foreste dei meli selvatici del Thien Shan" in Kazakistan, con esperti internazionali, una vera chicca.

Al rientro  mi sono ripromessa di scrivere un post.

 

E quindi eccomi qua…

 

Ma poi mi sono detta... sì però c'è anche l'articolo di Barnard...è sabato pomeriggio… tanto il giornale lo leggono in pochi sabato e domenica… così passa più sotto silenzio…

E quindi, che ffàccio?

Vabbè signori e signore,  delle foreste di meli selvatici  ve ne parlerò la prossima volta...

 

per oggi, beccatevi il clito-ride!  ;-)

 

Francesca

 

 

 

 

 

Questa è una cosa seria anche se c’è la parola clitoride, premetto.

Tutto è iniziato mentre vedevo una clip porno dove sta ragazza si masturba filmandosi con la webcam. La cosa su cui mi sono soffermato è che usava un sex toy, vibratore insomma, ma questo affare se ne stava attaccato al suo clitoride da solo.

Lei si agitava parecchio e come poteva non cadere l’aggeggio? La forma era quella di una saponetta piatta, color verde chiaro.

Lei ogni tanto gli dava un colpetto con l’indice esattamente come si fa sul touch pad del pc, e l’audio mostrava chiaramente che a seconda del tocco le vibrazioni aumentavano o calavano. Se la spassava, molto.

 

Un attimo.

 

Col mio testosterone alle Maldive, ho passato quel tempo a pensare che un aggeggio del genere non è una cazzata, no.

 

Dietro c’è tecnologia e tanta.

Ci sono cervelli veri, mica come i cavernicoli anni ’80 che in un magazzino con una pressa stampavano cazzi di gomma.

 

Dietro a un vibratore come quello c’è software, e se c’è software c’è Silicon Valley, e se c’è Silicon Valley ci sono fior di Dottorati in ingegneria elettronica, e ovviamente ci sono tanti soldi. Ma se c’è tutto questo, e c’è, ci sono anche i clienti, eserciti, di… donne.

Abituiamoci al nuovo gergo di questa industria del clitoride: mechatronics tech; memory recorder enabler; previous sensations palyback; squeeze or touch commands, e progettazioni con tecnologia 3D printing.

 

Ragazzi, siamo su un altro pianeta, il previous sensations palyback addirittura ha memorizzato la sequenza delle vibrazioni che le hanno prodotto l’orgasmo migliore di sempre e la riproduce tale e quale. L’ultimo prodotto che sta sfondando il mercato del piacere femminile si chiama Limon, e l’ha creato un Dottorato dell’eccelsa università di Stanford proprio a Silicon Valley.

 

Il mercato viaggia attualmente su fatturati annui di quasi 15 miliardi di dollari, e la cosa incredibile è che mentre la recessione mondiale dopo Lehman faceva crollare praticamente ogni industria al mondo, quella dei sex toys di Silicon Valley cresceva del 6% all’anno e si stima che continuerà così fino al 2017, per poi aumentare.

 

E sempre in tema di mercato, bè, addio imbarazzanti vendite via casella postale ansiosamente ritirate da donne con foulard tipo burka e occhiali scuri, o acquisti online con email false. Le due più grandi catene di distribuzione del mondo oggi, Walmart e Amazon, stanno vendendo vibratori a eserciti di donne alla luce del sole.

Cosmopolitan e Marie Claire, mica meno, pubblicano nella pagina successiva a quella con la pubblicità Chanel o Prada quella che illustra i prodigi di Rosa Rouge Warming Vibrator. Il colosso Hitachi è leader.

Almeno la metà delle donne occidentali, secondo la aggiornata ricerca dell’università dell’Indiana, usano questi giocattoli, da sole o col partner, ma il loro consenso è travolgente… e qui maschietti ahi ahi, che note tristi… … il consenso travolgente delle donne è che armate di tecnologia clitoridea Silicon Valley raggiungono orgasmi che fanno impallidire qualsiasi Apollo in carne e ossa.

 

Allora, qui si aprirebbero divagazioni da riempire XII volumi con note. Mi soffermo solo su un paio di cose.

 

Oggi, e non sto scherzando per nulla, il mercato occidentale (ovvio) avrebbe potuto senza problemi produrre sistemi di prostituzione maschile di dimensioni ragguardevoli, con garanzia di privacy totale per la donna, prezzi non stracciati ma abbordabili per milioni di femmine.

 

Eppure non è successo, anche se sappiamo che tentativi sono stati fatti (ad es. il turismo sessuale per donne che è però avvizzito; i giri di gigolò rimasti giretti).

 

Un tale mercato ahimè avrebbe certamente coinvolto l’inevitabile sfruttamento e degrado per una massa di ragazzi dei soliti Paesi poveri con coinvolgimento sicuro delle Mafie, anche se in stato di riciclaggio.

 

Le donne, invece, per esaurire gli impulsi erotici di cui sono grandemente capaci hanno scelto Silicon Valley, perché le donne – mancanti come sono in tanti aspetti – non hanno però questa cavernicola smania di toccare una carne qualsiasi pur di venire, e poi con una carne qualsiasi non verrebbero mai.

 

Noi uomini ancora scegliamo la carne da macello delle slave o delle nere, potremmo schizzare anche con una morta, metafisicamente parlando.

 

Questo, pensandoci, non rappresenta un merito della donna, perché esse sono così nel DNA, ma di fatto ha sollevato quest’umanità già orripilante dall’ennesima industria orripilante di sfruttamento umano.

 

Il secondo aspetto che sottolineo, è che mi entusiasma questa cosa.

Cristo, le donne quatte quatte si prendono oceani di svaghi erotici e si fanno godere, come noi mai riusciremo a farle godere, ammantate di high-tech stile Blade Runner.

 

Deve essere entusiasmante avere 4 orgasmi consecutivi grazie ai… Dottorati della Silicon Valley.

 

Entusiasmante deporre Limon dopo essere spossate di piacere e dire un grazie a quel genietto che ha messo assieme mechatronics; memory recorder enabler; previous sensations palyback; squeeze or touch commands, e progettazioni con tecnologia 3D printing per te, solo per te donna.

 

Però una cosa: ammettetela questa realtà, perché se tanto tanto uno vi chiede qualcosa su questo argomento fingete di cascare dalle nuvole e sembra che 15 miliardi di dollari annui di vibratori spaziali se li comprino tutti quelli che li fanno.

 

Dai, su!, sentitevi libere di dire al vostro lui “è stato bello amore, vai sotto la doccia che io intanto mi faccio una passata di 'previous sensations palyback'…”.

 

Beate voi accidenti.

 

Paolo Barnard

 

 

Finiamo il tutto con un paio di risate... ve lo ricordate questo mitico post?



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