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28 marzo 2024

Treviso

I limiti del PD regionale e provinciale

Intervista a Laura Puppato

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

I limiti del PD regionale e provinciale

TREVISO - Sui risultati delle elezioni regionali abbiamo intervistato la senatrice Laura Puppato. Ecco le sue riflessioni.

1. Quali sono i dati oggettivi più significativi a livello provinciale e regionale?

Zaia e' trevigiano, ci si poteva attendere un risultato più importante per lui in questa provincia. In effetti la nostra provincia, purtroppo assieme a quella di Vicenza che era di provenienza della candidata Moretti, è stata quella con le percentuali di scarto più alte. Senza registrare alcun valore aggiunto come pd anche laddove avevamo la candidata. Il che significa che il ceto produttivo presente in particolare in queste due province non ha avuto dubbi su chi promuovere a governatore. Mi pare evidente il problema di leadership che veniva segnalato nei sondaggi. Se, per esempio, come il sondaggio di metà aprile della swg, si chiedeva ai veneti chi ritenesse capace di governare il finale era scritto. Non si è riusciti ad attrarre evidentemente con liste davvero "pesanti" ne' con una nostra assodata visione sul Veneto. Persino tutti i limiti dell'azione politico amministrativa del governo uscente in regione non è riuscito a smuovere un voto a favore del pd, ma piuttosto ha aumentato un voto di astensione e sfiducia generalizzata. Altre tematiche nazionali, quali l’immigrazione, qui hanno avuto una cassa di risonanza maggiore e hanno ulteriormente penalizzato.

 

2. E' stato affidato lo studio per qualche riflessione "esterna", che diventi base per una discussione partecipata, senza i tradizionali interventi da "sfogo" che non lasciano una traccia per costruire…?

Attendiamo le convocazioni necessarie a dibattere analisi e soluzioni. Siamo a pochi giorni dai ballottaggi e queste analisi richiederanno un po’ di tempo ovviamente, quello che dobbiamo evitare è di tornare sul territorio solo con qualche tavola rotonda o convegno unidirezionale, dobbiamo cercare di ascoltare veramente tutti. Alcune cause sono evidenti, altre invece richiederanno più che dei politologi-sondaggisti che ci accompagnino, un ascolto più puntuale delle percezioni e dei timori della società e soprattutto un'informazione costante sui temi di maggiore rilievo. Linguaggio, umiltà e metodo di lavoro saranno fondamentali.

 

3. Che cosa è successo per ottenere un tale disastro?

Dopo il 2010 non si è fatta alcuna riflessione seria su quanto era successo, ovvero a parole si è ripetuto spesso che ci si è resi conto dell'errore, ma poi al dunque si sono ripetuti esattamente gli stessi errori. Abbiamo cercato, in questi 5 anni, di evitare qualsiasi conflitto interno, ma alla fine tutto ciò è risultato un esercizio di equilibrismo tra diverse correnti che ha allontanato il pd dai territori, aumentando l'autoreferenzialita'. Al mercato o dentro una fabbrica, a nessuno importa per nulla se sei civiatiano, renziano o cuperliano, mentre all’interno delle segreterie pare l’unica cosa che conta. Si è creato uno scollamento con la società che ci vede a volte su binari completamente diversi senza sintonia con il sentiment che si respirava tra i Veneti. Direi che questo scollamento è madre e padre di tutti gli errori che sono stati fatti. Posso dire di averlo più volte affermato, in tempi non sospetti, come limite evidente della nostra azione, ma la supponenza ha avuto la prevalenza.

 

4. Una qualche responsabilità personale o individuale riesce a coglierla?

A posteriori è facile pensare che si poteva fare di più, specie di fronte a un tale risultato. Personalmente dopo la fase di critica al modo con cui si procedeva, il giorno dopo le primarie mi sono messa a disposizione di Alessandra Moretti e del Partito, senza mai tirarmi indietro, come è risultato evidente, creando momenti di incontro, visite presso aziende e comunicati a supporto, muovendomi molto fuori e dentro la mia provincia. Ritengo che anche Alessandra Moretti e gli stessi candidati a sindaco abbiano dato tutto e il risultato di Castelfranco veneto a fronte degli altri e della storia della città e' assolutamente buono, ma il problema principale è che ognuno ha perseguito la sua strada con poco coordinamento. Più che il lavoro di un’orchestra siamo sembrati dei solisti, non così squadra come necessario.

 

5. quali i passi e le tappe necessarie per ripartire e non piangersi addosso?

Questa non è solo una sconfitta, ma una debacle totale. Come ho già detto, ritengo il Congresso straordinario, almeno a livello regionale, non è più rinviabile. Servono proposte multiple su cui confrontarsi in modo aperto con iscritti e simpatizzanti, senza preclusioni e senza arroccamento. Bisogna cambiare alla radice il nostro modo di essere presenti sul territorio e i nostri metodi di selezione della classe dirigente. Serve soprattutto uno sguardo che guardi non solo ai prossimi appuntamenti elettorali, ma ad avere un progetto di lunga durata che porti il PD a confrontarsi alla pari con la Lega Nord. Finora abbiamo pensato troppe volte che un colpo di spugna potesse risolvere i nostri problemi, invece il Veneto ha una specificità e non cambia le sue caratteristiche. Tocca a noi creare un modello di partito per il futuro valido per il Veneto, non importando acriticamente quanto accade in altre regioni o a livello nazionale.

6. il prossimo appuntamento per le elezioni di secondo livello per la provincia dovrebbe arrivare entro breve, comunque nel giro di un anno... Come prepararsi?

Abbiamo molti comuni importanti che sono di centrosinistra, a cominciare da Treviso, Vittorio Veneto o Mogliano, quindi sicuramente sarà una sfida interessante. Il Partito deve mettersi a disposizione dei Sindaci senza sovrapporsi ad essi. Il Presidente della Provincia dovrà essere una persona riconosciuta dal territorio che dia garanzia di buon governo, figure non ne mancano, ma è giusto che siano i sindaci a proporre un nome, vista la nuova forma delle province. Si deve lavorare ad una candidatura che possa piacere a tutti e che possa attirare anche amministratori che non siano legati al PD.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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