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20 aprile 2024

Treviso

"Le mense alla fame", la protesta delle lavoratrici della ristorazione scolastica

Il grido di aiuto delle professioniste della Marca:"Chiediamo certezze per settembre"

| Gloria Girardini |

| Gloria Girardini |

Il grido di aiuto delle professioniste della Marca:

TREVISO - “Invisibili, ma indispensabili”, una categoria dimenticata dalle istituzioni quella dei lavoratori della ristorazione scolastica dei nidi, materne ed elementari. Oggi pomeriggio le professioniste del settore degli appalti comunali si sono radunate in piazzetta Aldo Moro a Treviso, a due passi da piazza dei Signori, per far sentire la propria voce, per cercare risposte sul futuro della professione a settembre. Al momento le istituzioni stanno cercando di rispondere alle esigenze dei professori, alunni e personale Ata, dimenticando però una categoria che fin troppo spesso è passata inosservata.

 

 

“Siamo qui perché le lavoratrici hanno bisogno di risposte e di certezze-ha dichiarato la rappresentante sindacale Barbara Zunnui- Hanno interrotto la loro attività lavorativa il 21 febbraio e da allora sono state catapultate nell’incertezza più assoluta. Le aziende hanno chiesto l’apertura degli ammortizzatori sociali, ma non hanno certezze di pagamento. C’è chi ha ricevuto da poco lo stipendio di marzo e chi ancora attende”. Persone impiegate nella preparazione dei pasti, con orari part time che difficilmente superano le 20 ore settimanali e per le quali generalmente è prevista la sospensione del contratto durante i mesi estivi senza alcun sostegno al reddito, pur trovandosi in una situazione di disoccupazione involontaria, con conseguente penalizzazione per l’ottenimento della pensione. “Offrono un servizio importantissimo- ha proseguito Zunnui- sono coloro che distribuiscono le diete per i bambini che hanno problemi, sono delle professioniste costantemente aggiornate, persone qualificate e purtroppo sottovalutate per il servizio che svolgono”.

 

“Siamo a casa dal 21 febbraio-ha dichiarato Laura da 20 anni nel settore della ristorazione scolastica- Purtroppo l’azienda non ha anticipato la cassa integrazione e noi ci siamo trovate a ricevere lo stipendio di marzo e aprile i primi di giugno. Parliamo dell’80% della nostra paga che è già esigua di suo. Molte di noi non hanno alle spalle un marito e il nostro lavoro è l’unica entrata in famiglia. Siamo qui oggi per far sentire la nostra voce. Diamo da mangiare ai bambini, stringiamo un legame con loro e ce ne prendiamo cura, ma veniamo considerate delle semplici scodellatrici”. I rappresentanti della FILCAMS CGIL trevigiana hanno incontrato il prefetto per dar voce alla categoria formata da un migliaio di persone in tutta la Marca.

 

 


| modificato il:

Gloria Girardini

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