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17 marzo 2025

Cronaca

"Le liste d’attesa in Veneto: due anni di attesa per un intervento alla cataratta, l'alternativa pagare dai 3 ai 6mila euro ai privati”

La consigliera regionale, Anna Maria Bigon sui ritardi nell'attuazione del Decreto Legge: "Governo inadempiente ma la Regione non cerchi alibi"

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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Liste di attesa

VENETO - Le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie continuano a rappresentare un grave problema per i cittadini italiani, in particolare per quelli residenti in Veneto. A sollevare il tema è la consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, che critica aspramente i ritardi nell'attuazione del Decreto Legge sulle liste d’attesa. “Dopo sei mesi dalla conversione in legge, l’assenza di cinque decreti attuativi su sei dimostra l’inefficienza del Governo, che lascia milioni di pazienti senza risposte e senza certezze", ha dichiarato Bigon. "Questa paralisi è inaccettabile, poiché impedisce l’applicazione di misure che, seppur non risolutive, sarebbero essenziali per alleggerire una situazione già pesante." La consigliera ha sottolineato l'urgenza di adottare misure concrete e di destinare ulteriori risorse per affrontare il problema delle lunghe attese.

Tuttavia, Bigon ha anche messo in guardia la Regione Veneto, accusandola di non cercare alibi per giustificare la sua inattività. “L’inerzia del Governo non può essere un pretesto per la Giunta Zaia. In Veneto i cittadini sono costretti a rivolgersi al settore privato per visite ed interventi chirurgici, spesso a proprie spese", ha spiegato. L'esempio più eclatante riguarda gli interventi per l'ernia e per la cataratta: i tempi di attesa per l'ernia, che può avere effetti invalidanti, arrivano fino a un anno, mentre per il trattamento della cataratta, che compromette la vista, i pazienti sono costretti ad aspettare due anni. L'alternativa è ricorrere al privato, con costi elevati che vanno dai 3.000 ai 6.000 euro.

"È un diritto di ogni cittadino ricevere la prestazione sanitaria nei tempi prescritti", ha dichiarato Bigon, sottolineando che la Regione ha il dovere di garantire tale diritto. In merito, la consigliera ha ricordato l’impegno che lei stessa ha profuso, in particolare nelle zone del Veronese, dove i volontari hanno avviato sportelli di supporto per aiutare i cittadini a far valere i propri diritti. Bigon ha chiuso il suo intervento con un appello alle istituzioni regionali e nazionali: "Chiediamo alla Regione di attivare subito i percorsi di garanzia e al Governo di sbloccare i decreti attuativi per consentire alle Regioni di agire. La sanità pubblica non può più aspettare: non è il momento di perdere tempo sulla pelle dei cittadini."
 


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