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14 maggio 2025

Treviso

Le critiche al gesto degli attivisti di Django per i Verdi portano: “La Democrazia in panchina”

Gesto simbolico del Centro Sociale Django richiamava una scelta discussa dell’ex sindaco Gentilini

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

panchina

TREVISO - Durante il corteo del 25 aprile a Treviso, gli attivisti del Centro Sociale Django hanno collocato una panchina in piazza dei Signori. Il gesto richiama una decisione dell’ex sindaco Giancarlo Gentilini – recentemente scomparso – che fece rimuovere le panchine dai giardinetti cittadini per evitare che venissero utilizzate come luogo di ritrovo da parte degli immigrati. Una scelta che, all’epoca, suscitò reazioni contrastanti e che oggi è stata ripresa come segno di riflessione critica. L’azione degli attivisti ha suscitato reazioni diverse e non sono mancate critiche. Sulla vicenda sono intervenuti esponenti di Europa Verde della Marca Trevigiana, tra cui i coportavoce provinciali Elisa Casonato e Stefano Dall’Agata, il consigliere regionale Andrea Zanoni, e i membri dell’esecutivo provinciale Gianluca Zanotti, Lucia Ammendolia, Amedeo Fadini e Luca Saccone.

“Si può essere d’accordo o meno con le modalità di espressione adottate dal Centro Sociale Django, ma auspichiamo che la vicenda della panchina non venga strumentalizzata per attaccare una realtà importante per la Città di Treviso”, hanno dichiarato. “Il gesto, composto e non violento, compiuto dagli attivisti del centro sociale, ha riportato alla memoria il tempo in cui una panchina simile venne rimossa per impedire ai migranti di trovare in essa un luogo di incontro. I migranti, tra l’altro, fanno parte di quegli stessi ‘ultimi’ che hanno accompagnato il feretro di Papa Francesco, altra personalità venuta recentemente a mancare.”

I rappresentanti del partito hanno anche espresso preoccupazione per eventuali provvedimenti contro il Centro Sociale Django: “Non si può montare ad arte un caso per richiedere lo sfratto del centro sociale e delle altre realtà culturali dalla caserma Piave. Nel nostro paese, fortunatamente, esiste ancora la democrazia. Per essa, che abbiamo orgogliosamente celebrato il 25 aprile, italiane e italiani di ogni ceto sociale e formazione politica hanno dato la vita.” “Ordinare lo sfratto del Centro Sociale Django significherebbe tornare indietro sotto ogni punto di vista. Le uniche cose vietate dalla Costituzione Italiana sono la violenza e l’apologia di fascismo.” La dichiarazione si conclude con un appello: “Come partiti di opposizione chiediamo a tutti, i cittadini e amministratori, di schierarsi dalla parte giusta e di difendere il diritto di manifestare, ricordando che l’attuale decreto legge sulla sicurezza è stato bocciato dal Consiglio d’Europa in quanto autoritario e antidemocratico. Preserviamo la nostra libertà.
 


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