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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

Le 100 miglia di Tommaso Meneghin per il Piccolo Rifugio

Il trentenne di San Fior correrà per circa 160 chilometri per raggiungere tre delle sedi della struttura di accoglienza per disabili. E' partito ieri sera

| Fabio Zanchetta |

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| Fabio Zanchetta |

tommaso meneghin

VITTORIO VENETO - Tommaso Meneghin, fotografo trentenne originario di San Fior, attraverserà di corsa le province di Treviso, Pordenone e Venezia raggiungendo le sedi del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto, San Donà di Piave e Ponte della Priula. Un circuito di circa 160 chilometri, pensato su modello delle cento miglia che vanno per la maggiore oltreoceano, legato a una raccolta fondi a sostegno delle strutture di accoglienza dei disabili fondate quasi un secolo fa da Lucia Schiavinato. La “100 Thanks Miles”, questo il nome scelto dal giovane per la sua impresa, è infatti presente sulla piattaforma GoFundMe con una campagna, raggiungibile dall'indirizzo www.100tm.it, che ha già suscitato l'interesse di decine di sostenitori. Tommaso racconta come è nata l'idea di questa peculiare iniziativa e dove spera possa condurre la sua corsa in solitaria.

 

Da cosa nasce la tua voglia di sensibilizzare le persone sul tema della disabilità? C'è forse un'esperienza nel tuo passato che ti ha toccato da vicino?

In realtà mi ci sono avvicinato per caso, partecipando al Gran Raid delle Prealpi Trevigiane e aderendo senza rendermene conto all'iniziativa “Corro per te”, promossa dal Piccolo Rifugio, che permetteva di gareggiare con il proprio nome e quello di un ospite della struttura. Il giorno della gara mi sono ritrovato con un nome, quello di Cristina, che attirava la curiosità degli spettatori. In quell'occasione ho vinto una medaglia che ho portato proprio a Cristina al Piccolo Rifugio e questo mi ha dato modo di conoscere questa realtà e farmi qualche domanda sul tema della disabilità. Ho capito la necessità di avvinarsi a questo argomento non solo quando ti tocca da vicino, e quanto poco sia considerato nel mio tessuto generazionale, quello dei trentenni.

 

C'è un significato particolare dietro alla scelta di unire la corsa al sostegno a chi si occupa di disabilità?

Certamente per me correre è un esercizio di gratitudine, perché è una delle cose che più si danno per scontate, ma non voglio cadere nell'errore del pietismo, del fare le cose per chi non può farle. Dietro questa iniziativa c'è una motivazione ben più concreta: la raccolta fondi permetterà al Piccolo Rifugio di organizzare attività specifiche per i suoi ospiti, proprio incentrate sull'attività fisica, come corsi di ginnastica e di nordic walking.

 

E la formula, particolarmente impegnativa, delle Cento miglia da dove viene?

Nell'ultimo anno ho iniziato a correre distanze più lunghe e mi sono appassionato alle competizioni su cento miglia molto diffuse in America: mi piace l'idea di una corsa in solitaria in cui c'è molta introspezione, momenti in cui stai con te stesso, i tuoi sentimenti e le tue difficoltà. La 100 Thanks Miles è la formula perfetta quindi per unire le due cose che in questo momento della mia vita mi stanno appassionando di più.

 

Non sarà la tua ultima iniziativa a sostegno di chi si occupa di disabilità...

Contemporaneamente a questa iniziativa sto portando avanti il discorso della sensibilizzazione sui temi della disabilità e dell'inclusività con i TEDxCortina, poi per il prossimo anno vorrei organizzare un'iniziativa simile alla 100 Thanks Miles, ma con una formula diversa, sempre e comune a sostegno di strutture come il Piccolo Rifugio.

 


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