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18 aprile 2024

Oderzo Motta

Il lavoro in trincea per le operatrici delle pulizie

Manuela Cancian, titolare di un'impresa di pulizie, racconta l'emergenza con gli occhi di chi deve lavorare

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Il lavoro in trincea per le operatrici delle pulizie

MOTTA DI LIVENZA - In questi giorni di grave emergenza, oltre a medici, infermieri e personale sanitario, tra i più esposti ai rischi ci sono pure gli operatori e le operatrici delle pulizie. Il cui lavoro mai come in questo periodo da importante diventa fondamentale per cercare di garantire la sanificazione dei luoghi di lavoro. E dunque dare un contributo di primo piano per rallentare il contagio. Il periodo è molto duro per tutti. Lo sa bene Manuela Cancian, titolare dell’impresa Titti Pulizie di via Risorgimento a Motta di Livenza, azienda specializzata nella pulizia di ambienti come aziende, fabbriche, uffici, condomini.

 

Manuela ha la mascherina d’ordinanza ormai sempre, anche quando scende dal furgone dell’azienda. E rimarca che «nel mottense quasi metà delle fabbriche sono chiuse, ma l’altra metà chiede una sanificazione continua, in alcuni casi anche due volte al giorno. E il lavoro dev’essere eseguito subito e di continuo».

 

Quante siete al lavoro?

 

«La nostra azienda ha una quindicina di dipendenti, ma un paio sono in ferie. Ci sono ragazze che naturalmente non sono serene. Come si può esserlo in momenti come questo? »

 

Che aria si respira tra le imprese?

 

«Lavoriamo in diverse aziende e industrie locali. Tante sono chiuse, ma c’è chi chiede l’igienizzazione anche due volte al giorno, con dunque il doppio turno. Ci sono luoghi i cui il viavai dei camion, anche provenienti dall’estero, è pressoché continuo. Pertanto non si è mai tranquilli, anche se abbiamo preso tutte le precauzioni del caso».

 

E cioè?

 

«Tutte noi innanzitutto lavoriamo con la mascherina, oltre che con i guanti d’ordinanza. In più abbiamo un camice bianco per garantire il massimo dell’igiene ovunque operiamo. Utilizziamo una quantità molto maggiore di prodotti rispetto a solo poche settimane fa. Un esempio? In circa due-tre giorni consumiamo cartoni da 24 grandi bottiglie di alcol disinfettante, per citare un dato esemplificativo». Le giornate specie in queste settimane sono massacranti… «Pur turnandoci, le prime ragazze iniziano il lavoro alle 4 del mattino. Le ultime finiscono tra le 21 e le 22, dipende dai giorni e dalle attività delle aziende dove operiamo. Va da sé che con due in meno e le maggiori richieste di igienizzazione dei locali assicuro che si lavora parecchio. Ma non è il lavoro che preoccupa, la testa è altrove…».

 

La paura è dietro l’angolo?

 

«Certo, si possono prendere tutte le precauzioni del caso, ma i dubbi rimangono. Ci sono luoghi in cui si è a contatto con altre persone, che magari non si conoscono. Operiamo nel rispetto dei dispositivi di legge e, naturalmente, delle distanze. Ma è chiaro che non si lavora a cuor leggero. Il pensiero va

 



Gianandrea Rorato

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