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28 marzo 2024

Treviso

Lavoro: donne trevigiane più istruite degli uomini ma lavorano e guadagnano meno

Precarie, con salari e redditi più bassi: la fotografia della condizione femminile scattata dalla Cisl Belluno Treviso

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

impiegata

TREVISO - Le donne sono più istruite degli uomini ma guadagnano meno e sono meno agevolate sul lavoro. Questa la fotografia della condizione femminile in provincia di Treviso scattata dalla Cisl Belluno Treviso e dal Coordinamento Donne e per le Politiche di genere e le Pari opportunità in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’analisi è stata effettuata incrociando le 50 mila dichiarazioni dei redditi annualmente elaborate dal Caf Cisl territoriale e uno studio condotto dalla Fondazione Corazzin per conto di Cisl Veneto sulla parità di genere.

Nella Marca nel 2021 sul totale di occupati le donne sono il 59,9%, una percentuale maggiore rispetto alle media regionale ma più bassa rispetto a quella maschile, pari al 76,5%. Bene il 40% delle donne non ha una occupazione stabile e quelle che lavoro sono sottopagate rispetto ai colleghi uomini. Prendendo in considerazione le dichiarazioni di redditi, il 17,2% delle donne trevigiane si colloca nella fascia di reddito più bassa (fino a 7.500 euro) contro il 3,6% degli uomini. Nella seconda fascia (tra 7.500 e 17.500) le donne poco meno del 39%; nella fascia media. Dove si concentrano i lavoratori dipendenti, gli uomini sono il 55,44%, le donne il 35,78%. Sopra i 50 mila troviamo il 4,5% uomini e lo 0,90% donne. Questo evidenzia come per le donne sia ancora difficile avere ruoli e qualifiche da “dirigenti”. Solo una donna ogni 4 colleghi maschi copre questo ruolo. Eppure le donne sono più istruite e preparate: su 100 lavoratrici oltre la metà (il 55,7%) ha una laurea contro il 44,3% degli uomini.

“La fotografia - sottolinea Teresa Merotto, segretaria Cisl Belluno Treviso - non fa che confermare che esiste un problema di divario retributivo fra uomini e donne. E questo diventa tanto più significativo questo dato con il tasso di occupazione delle donne: nonostante una partecipazione attiva più alta rispetto alla media del Veneto nel mercato del lavoro, per le donne della provincia di Treviso questo non si traduce in un reddito più elevato, per diversi fattori. Da un lato i settori produttivi dove si concentra la presenza femminile sono quelli dove i salari sono più bassi, dall’altro, le donne scelgono lavori che consentano il bilanciamento tra impegni lavorativi e famiglia, anche con profili professionali inferiori al titolo di studio posseduto. Le evidenze dei dati devono guidarci nell’orientare le nostre azioni verso politiche contrattuali che favoriscano la conciliazione, i servizi per la famiglia, la flessibilità, tanto più in territori dove si continua a denunciare la carenza di manodopera: vanno create le condizioni per aumentare la partecipazione femminile in un mercato del lavoro che deve permettere alle donne di scegliere dove, come e quanto lavorare anziché partecipare al lavoro in modo discontinuo o parziale”.

 


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