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19 marzo 2024

Treviso

Lavoratori stranieri sanzionati per la quarantena al rientro dall’estero

La denuncia della Cgil Treviso, Atalmi: “Servono soluzioni ragionevoli”

| Isabella Loschi |

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quarantena lavoratori, cgil treviso

TREVISO - “Lavoratori di rientro dall’estero, obbligati a rispettare il periodo di quarantena di 14 giorni riconosciuto dall’Inps come malattia, che si vedono sanzionati dal datore di lavoro per inadempienza contrattuale, con provvedimenti disciplinari anche pesanti”.

A far emergere questa problematica è la Cgil trevigiana che lancia l’allarme: “Sono ormai diversi i lavoratori e le lavoratrici che si presentano nelle nostre sedi con lo stesso problema: sanzioni disciplinari anche pesanti verso le quali, in mancanza di una specifica norma, non è facile impostare una difesa” – spiega Nicola Atalmi della segreteria generale della Cgil con delega all’immigrazione. “Dopo ormai un anno di restrizioni agli spostamenti a causa della pandemia sono tantissimi i casi di lavoratori immigrati che non vedono da più di un anno i loro familiari o che devono comunque recarsi nei loro paesi di origine per questioni burocratiche, per cui organizzano quando è possibile un periodo di ferie, ma al rientro non possono tornare al lavoro perché devono rispettare il periodo di quarantena di 14 giorni previsto dalle norme in materia”, spiega il sindacato. Nella Marca sono circa 41 mila i lavoratori stranieri.

Questa quarantena è riconosciuta dall’Inps come malattia, per cui non vi è danno economico per l’azienda. Malgrado ciò viene comunque contestato ai dipendenti il fatto che, essendo a conoscenza di tale obbligo di quarantena, violano la correttezza e buona fede nel rapporto di lavoro, sapendo di fatto che il giorno previsto quale rientro al lavoro dalle ferie non verrà rispettato dovendo appunto fare la quarantena, con conseguenti problemi nella organizzazione del lavoro”.

“Al momento - aggiunge Atalmi - non c’è comunque una chiara normativa che permetta indiscutibilmente all’azienda di sanzionare il dipendente “reo” di aver fatto le ferie nel proprio paese di origine dovendo poi sottoporsi alla quarantena prevista. Quindi, oltre che politicamente e sindacalmente, anche dal punto di vista giuridico questo tipo di sanzioni sono discutibili”.

 


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Isabella Loschi

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