CASTELFRANCO – Mentre a Castelfranco Veneto, il dibattito politico s’infiamma, la comunità discute di ambiente e sicurezza stradale, le cronache affrontano tematiche come la promozione della cultura e della musica in particolare, il vicesindaco si preoccupa affinché l’immagine della città sia preservata. Oggetto dei timori dell’amministratore comunale, il recente battesimo di un piatto tradizionale molto antico, della cucina locale, la martondea che l’esperto gastronomo nonché ex assessore alla cultura Giancarlo Saran ha rinominato “Martondea del Giorgione”.

“L'utilizzo spregiudicato del nome del più significativo artista Castellano, apprezzato perfino da Leonardo da Vinci, lascia esterrefatti nella spasmodica ricerca di abbinarlo ad ogni realtà o bene locale – afferma preoccupato il vicesindaco, Gianfranco Giovine -. Ritengo per questo infelice associarlo con un prodotto suino come apparso oggi a mezzo stampa. La Città non ha bisogno di questi accostamenti ed il Giorgione, patrimonio dell’intera Comunità, va custodito con doverosa attenzione”.

Inequivocabile l’accusa di responsabilità a Saran: “Comprendo la smania di protagonismo dell’ex assessore alla cultura Saran che cerca nuove vie di visibilità, coltivando la sua passione in campo enogastronomico ma sono dell'avviso che si possa attirare turisti anche con prodotti enogastronomici senza confonderli con le nobili realtà della cultura di Castelfranco Veneto, Va ricordato che in queste settimane l'Assessorato al Turismo è attivo nella promozione del Radicchio di Castelfranco variegato I.G.P. in diverse trasmissioni televisive locali e nazionali, quale opportunità per celebrare un intero Territorio”.

Giancarlo Saran, che da sempre si spende per la sua città, dopo aver spiegato che tutto è nato da un dialogo con Matteo Guidolin sindaco di Riese Pio X e promotore della rassegna gastronomica dedicata al maiale “Porcomondo” ha di recente detto la sua con una interessante dichiarazione che in questa insolita polemica cittadina, merita di essere letta perché indaga con puntualità l’uso che da sempre viene fatto del nome di Giorgione, il grande maestro ed orgoglio castellano. “… Che dovrebbe dire il buon Giorgione della sua terra natale (in realtà ha vissuto prevalentemente a Venezia). Gli hanno dedicato un Museo (che si chiama Casa Museo perchè qualcuno, al tempo, aveva depositato in anteprima il marchio “Museo Giorgione”). C’era già da, mezzo secolo, il relativo Liceo (e ci mancherebbe). La Piazza è arrivata tardi, dopo essere stata per secoli “del Mercato”, dove in stagione circolavano pure delle anonime Martondee… e che dire della Statua (divenuta pendente come quella di Pisa), nata nel 1878, grazie al progetto dell’architetto Caregaro Negrin, lo stesso di Villa Bolasco … Al Giorgione istituzionale si abbina quello sportivo, ci mancherebbe. Ecco la secolare squadra di Calcio, che ha visto il debutto di un giovane Checco Guidolin, e poi abbiamo il Giorgione d’Oro, una sorta di piccolo oscar per giovani promesse agonistiche”.

Saran quindi prosegue la sua dissertazione, non prima d’ironia: “E poi c’è il popolo delle partite IVA che si è dato da fare. Ecco un’autoscuola dedicata al maestro della Tempesta. E poi una Pizzeria, un Bar, financo una Pescheria. Che non sia mai che, a qualcuno, gli venga in mente di lanciare “le sardine” del Giorgione (ma naturalmente in saor, al radicchio). Cosa gli facciamo pagare, una tassa per le royalties destinate a sostenere il turismo a Casteo? Che dire. Nulla. Citando il sommo maestro “Non ti curar di… etc.etc.”. Le urne si avvicinano per altri, non per noi. W le Martondee che, a Riese, avranno già ricevuto la benedizione di Papa Sarto …”.