L'appello di parrucchieri ed estetisti: "Fateci riaprire"
La categoria propone di prevedere un solo cliente all’interno del negozio, oltre a guanti e mascherine
| Matteo Ceron |
TREVISO – Parrucchieri ed estetisti chiedono di riaprire prima possibile. La categoria sta già pagando un conto salatissimo a causa delle misure adottate per limitare la diffusione del Coronavirus e la prospettiva di dover riaprire dopo delle altre aziende la mette ancora più in crisi.
Vincenzo Dal Zilio, responsabile veneto di estetisti e acconciatori per Casartigiani, in una lettera inviata all’assessore regionale Roberto Marcato propone di riaprire limitando la presenza di clienti all’interno dei negozi. “Non lasciateci tra gli ultimi – afferma - la nostra categoria è tra le più penalizzate: disponibili a limitare ingressi e giornate di lavoro”. “Acconciatori ed estetisti in questo particolare momento attraversano una delle più profonde crisi economiche dal dopoguerra”, è l’incipit nella lettera.
Le condizioni proposte dalla categoria prevedono un solo cliente all’interno del negozio per limitare al massimo la possibilità di contagio, oltre a guanti e mascherine. “Tenete in considerazione, quando vi saranno le condizioni, la possibilità di poter riaprire le nostre attività quanto prima, senza lasciarci tra gli ultimi a causa del servizio che svolgiamo”, aggiunge Dal Zilio.
Il responsabile regionale chiarisce appunto che parrucchieri e estetisti sono disponibili “ad iniziare con delle aperture limitate, anche solo alcuni giorni alla settimana, previo appuntamento con il cliente, con le restrizioni necessarie (un unico cliente nel salone) e con gli accorgimenti di sicurezza che serviranno, come guanti e mascherine. Aprire gradualmente servirebbe anche a contrastare forme di abusivismo che riscontriamo quotidianamente”.
Il settore prima del Coronavirus stava andando tutto sommato bene ed in base a quanto fa sapere Casartigiani aveva pure registrato un incremento occupazionale. “Il poter riprendere, anche parzialmente l’attività lavorativa – conclude Zilio - ci permetterebbe di non sperperare quanto fino ad ieri prodotto per la nostra economia”.