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25 aprile 2024

Treviso

L'aeroporto di Treviso resta chiuso. Riaprirà solo a giugno

Ryanair rinvia di due mesi la riapertura, i sindacati: "Ora cassa integrazione per tutti i lavoratori fino alla riapertura”

| Isabella Loschi |

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Aeroporto Canova Treviso

TREVISO - Slitta di due mesi la riapertura, tanto attesa, dell’aeroporto Canova di Treviso fermo da un anno. Dalla data annunciata alla fine dello scorso anno e prevista per fine marzo, ora si parla di far tornare operativo lo scalo trevigiano a giugno.

La decisione dello slittamento annunciato da Ryanair, il vettore irlandese che proprio a Treviso ha deciso di aprire la propria base, prima in Veneto, determinante per la riapertura dello scalo, è comprensibile, vista la ripresa della curva dei contagi Covid e della mancanza di passeggeri. E così sono sospese, al momento, anche tutte le 45 rotte annunciate da e per Treviso, di cui 18 nuove. Si ne riparla per l’estate, sperando nell’arrivo de passeggeri.

Ed ora la preoccupazione maggiore è per i lavoratori dell’intero comparto. I sindacati confederali esprimono grande preoccupazione per la proroga bimestrale della chiusura dell’aeroporto. Dopo un anno di cassa Covid, che scade a fine marzo, Cgil, Cisl e Uil territoriali chiedono “una proroga per tutti fino alla riapertura”. Se ciò non sarà possibile a livello nazionale, i sindacati faranno appello alla Regione Veneto per ottenere la cassa integrazione straordinaria, sempre fino a quando non sarà possibile tornare al lavoro. La presa di posizione si inserisce all’interno della cornice nazionale, dove le organizzazioni stanno chiedendo la proroga del blocco dei licenziamenti.

“L’aeroporto Canova – affermano Mauro Visentin, Massimiliano Paglini e Gian Luca Fraioli, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil territoriali – ha sofferto più degli altri perché non ha mai riaperto. È necessario che la cassa Covid venga prorogata per tutta la durata della chiusura. La tutela riguardi tutte le società di Save, anche le quattro che gestiscono le attività sussidiarie. Fra queste, venga posta particolare attenzione a sicurezza e ristorazione, servizi che impiegano 130 dipendenti. Vanno garantite le stesse condizioni per tutti i lavoratori, in termini sia di occupazione sia di contrattazione. In altre parole – sottolineano Visentin, Paglini e Fraioli – bisogna salvaguardare tutti i posti di lavoro dello scalo trevigiano ed evitare perdite nel versante delle professionalità”.

 


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