Vittorio Veneto - La canonica della parrocchia della "Pieve" sta a pochi passi dalla più antica chiesa della diocesi, quella di Sant'Andrea. E' una casa qualunque, che si affaccia parzialmente alla piazza omonima e condivide una parete con un pub frequentato sopratutto nel weekend.

La canonica non è una casa signorile, una villa nella quale si presume debbano trovare spazio chissà quali gioielli preziosi. Eppure, di questi tempi, pure la canonica, ovvero l'abitazione di un parroco, può fare gola ai ladri.

Sabato sera, approfittando della momentanea assenza di don Roberto Camillotti, sacerdote della parrocchia di Sant'Andrea, alcuni ignoti sono penetrati nell'abitazione attraverso una finestra al primo piano e hanno "saccheggiato" alcune stanze.

Il "bottino" che si sono portati via deve essere stato piuttosto magro (un breviario, magari; una bibbia qualunque), perché don Roberto, rincasando, ha trovato sì il caos nella dimora che occupa tra un ufficio religioso e l'altro, ma non ha notato che mancasse nulla di valore, anche perché "di valore - assicura il parroco - in una canonica non c'è proprio nulla".

Eppure i ladri hanno pensato di perlustrare (meglio sarebbe dire: violare) pure l'ambito privato del sacerdote, a cui abbiamo chiesto se - dopo la visita dei ladri - si sentisse preoccupato.

Risposta: "No. Ci mancherebbe! Figuriamoci se alcuni ladruncoli possono togliermi il sonno. Non mi faccio impressionare da episodi di questo tipo."

Dunque ha già cristianamente perdonato chi si è introdotto in casa sua?

"Be', il perdono è Dio...."