20/04/2024nubi sparse e rovesci

21/04/2024poco nuvoloso

22/04/2024nubi sparse

20 aprile 2024

Castelfranco

Laboratorio tessile con lavoratori in nero: "Basta sanzioni pecuniarie serve la distruzione della merce sequestrata"

La proposta di Giuliano Secco, presidente tessili di Confartigianato, in prima linea nella battaglia contro i laboratori clandestini

| Isabella Loschi |

immagine dell'autore

| Isabella Loschi |

Giuliano Secco

ALTIVOLE - “E’ ora di finirla che con una multa, salata che sia, un imprenditore sia messo nelle condizioni di sanare il fatto che ha dato lavoro abusivo a una trentina di persone. Il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine merita pene severe. Serve la distruzione della merce prodotta in modo irregolare”.

Ad affermarlo è Giuliano Secco, presidente della comunità tessili di Confartigianato imprese Marca Trevigiana e della Federazione Moda di Confartigianato Veneto da decenni in prima linea nella battaglia contro i laboratori clandestini, commentano l’ultimo grave episodio di Altivole, dove i carabinieri hanno individuato in un'azienda di confezionamento di materiale tessile una trentina di addetti occupati con gravi violazioni delle normative sul lavoro.

“Come sempre plaudiamo al grande lavoro svolto in questo caso dai carabinieri della compagnia di Castelfranco e del Nil durante un blitz originato dalle segnalazioni dei residenti. Noi temiamo chi non rispetta le leggi e distrugge le regole del mercato, non la concorrenza tra imprese virtuose e qualificate che meritano invece di essere valorizzate”, dichiara Secco. “Come? La nostra proposta è semplice: per prima cosa va estesa a “buona pratica” adottata a Prato di applicazione dell'articolo 603 bis del codice penale (introdotto nell’ottobre 2016 con la legge 199), che ha riscritto il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, ampliando la tutela delle vittime e migliorando la qualità degli strumenti repressivi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Serve poi un progetto di riforma dei reati in materia di lavoro nero e contraffazione nel sistema moda: il problema non è solo elaborare delle buone norme, ma anche farle applicare con i controlli, con il processo e con una cultura della legalità degna di questo nome”.

“Il vero valore nel rapporto economico tra committente e laboratorio terzista è la merce prodotta che, per coloro che devono immetterla in commercio, vale più del prezzo di vendita. Per questo una norma che ne preveda la distruzione nei casi di laboratori clandestini e/o lavoro nero varrebbe più di ogni sanzione sia amministrativa che penale. Una normativa che dovrà essere imperniata sulla figura del consumatore finale. La frode va sanzionata in quanto lesiva soprattutto degli interessi del destinatario ultimo del prodotto. E - conclude Secco - sempre pensando al consumatore, che preveda la valorizzazione dell’etichetta parlante, comprensibile e trasparente, che faccia realmente comprendere cosa c’è dietro il prodotto e quale sia il suo valore riguardo i princìpi etici e sociali”.

 

Leggi anche:

Lavoro nero, trenta abusivi in laboratorio nel Trevigiano

 


| modificato il:

foto dell'autore

Isabella Loschi

Leggi altre notizie di Castelfranco
Leggi altre notizie di Castelfranco

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×