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12 febbraio 2025

Montebelluna

L’esperienza di Stefano Zanatta di Nervesa, un cuoco volontario in emergenza

Il ruolo fondamentale di questa figura qualificata in caso di calamità naturali

| La redazione |

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Stefano Zanatta

NERVESA DELLA BATTAGLIA - In Italia, le calamità naturali sono una realtà con cui fare i conti ogni anno, e la risposta organizzativa è cruciale per gestire l’emergenza. In questi scenari, uno degli aspetti più rilevanti è l’organizzazione alimentare, che deve garantire pasti adeguati tanto per le persone colpite quanto per i soccorritori. Un elemento chiave in queste operazioni è la figura del "cuoco volontario in emergenza", come nel caso di Stefano Zanatta di Nervesa della Battaglia, che riveste anche l'incarico di Presidente del Dipartimento Solidarietà Emergenza (DSE) del Veneto oltre che di responsabile di Protezione Civile per l'Associazione Cuochi del Veneto. Zanatta, recentemente interpellato da alcuni media del settore, ha spiegato che la prima cosa da fare in caso di calamità è valutare le risorse alimentari disponibili sul posto per produrre pasti semplici, completi e, se necessario, caldi. "Per completi s’intendono quei pasti con un adeguato bilanciamento tra proteine, carboidrati e fibre", ha sottolineato. L’organizzazione dei pasti, infatti, inizia con una ricognizione della zona colpita, condotta da personale specializzato che, oltre a considerare gli aspetti logistici, si occupa di pianificare l’alimentazione tenendo conto delle necessità specifiche come le intolleranze o le restrizioni alimentari legate a motivi religiosi.

 

Stefano ha prestato il suo servizio di volontario in occasione dell’alluvione in Emilia e del terremoto dell’Aquila, dove la squadra dei cuochi veneti ha preparato oltre 20.000 pasti in venti giorni, garantendo qualità e varietà nel menù. La logistica ha un ruolo cruciale: le derrate alimentari devono essere severamente controllate, e la preparazione dei pasti deve seguire un piano preciso per evitare sprechi, specialmente per via delle diverse date di scadenza dei prodotti. Ogni errore in queste situazioni può avere gravi conseguenze. Oltre alla gestione ordinaria dei pasti, il lavoro dei cuochi in emergenza include anche la valorizzazione delle tradizioni culinarie locali, che rappresentano un simbolo di continuità e resistenza. Per garantire tutto ciò, i cuochi devono seguire un percorso di formazione specifico, che include corsi della durata di 20 ore organizzati dall'Associazione Nazionale Solidarietà Emergenza e ulteriori corsi specialistici offerti dalla Regione Veneto. La preparazione, la logistica e l’attenzione alle esigenze locali e individuali sono quindi elementi fondamentali per il successo di un intervento alimentare in emergenza, e il lavoro dei cuochi in queste circostanze va ben oltre la semplice produzione di pasti.

 


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