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28 marzo 2024

Nord-Est

Jesolo, strade affollate ma discoteche chiuse. Il gestore del "Muretto": "Abbandonati, nessuno ci ha detto come aprire"

Pinton: "Apro quando mi dicono che possiamo farlo in sicurezza"

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

TITO PINTON

JESOLO - Nelle strade e nelle spiagge fiumi di gente, ma le discoteche rimangono inesorabilmente in silenzio. È un’estate strana a Jesolo, fino all’anno scorso centro della movida: quest’estate, però, il virus ha letteralmente chiuso i locali o costretto i gestori a limitare – di molto – gli accessi, per non creare assembramenti.

 

E allora, mentre via Bafile e le sue piazze si riempiono di persone e soprattutto di giovani, in una sorta di “zona franca” all’aperto dove succede praticamente di tutto – in barba ad ogni regola per prevenire i contagi -, la musica delle discoteche non si risveglia. Una situazione paradossale, viste le migliaia di persone che si sono concentrate, letteralmente, sul lido jesolano lo scorso weekend.

 

“Quando i locali sono chiusi, la gente si riversa sulle strade”, commenta Tito Pinton, che da 23 anni gestisce la storica discoteca “Il Muretto”.

 

Ma a circolare, in questi giorni, è la classica domanda da un milione di dollari: quando riaprirà il locale, che è da sempre una tappa “obbligata” per i giovani che trascorrono weekend e vacanze a Jesolo? “Apro quando mi dicono che possiamo farlo in sicurezza – rivela Pinton -. Per ora non mi hanno detto come posso riaprire. Ho bisogno di risposte dall’amministrazione, è quella che fa la differenza”.

 

Nei mesi scorsi gran parte del settore non aveva nascosto di essersi sentito trascurato dalla politica, per quanto riguarda la ripartenza delle attività. Anche perché qui non si tratta di semplice divertimento: il mondo della notte, soprattutto in città come Jesolo, fa letteralmente girare l’economia. “Il Muretto” è in grado infatti di creare centinaia di migliaia di euro di indotto ogni sabato. Ed è normale che Pinton ricordi anche i suoi “120 dipendenti a casa”.

 

Ma si rischia di trascorrere un’estate in silenzio? “La gente si aggrega comunque, tanto vale aprire i locali – dichiara il gestore -. Ma bisogna tutelare gli imprenditori della città”. E Pinton non cela un certo rammarico per “essere stati lasciati allo sbando”. Nonostante le discoteche siano “ luoghi sicuri, con personale formato, dove la gente è controllata e controllabile”.

 


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Roberto Silvestrin

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